“Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione, accogliendo le argomentazioni svolte dalla Cassa Ragionieri con riferimento ai trattamenti pensionistici liquidati successivamente al 1° gennaio 2007, hanno confermato che il cosiddetto principio del pro rata deve essere rigorosamente rispettato dagli Enti previdenziali privatizzati per tutti i trattamenti pensionistici liquidati soltanto fino al 31 dicembre 2006, mentre deve essere semplicemente “tenuto presente†per i trattamenti liquidati dal 1° gennaio 2007”. Lo ha detto il professor Mattia Persiani, legale della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, commentando la sentenza delle Sezioni Unite nr. 17742/2015. Ciò perché il comma 763 dell’art. 1 della cosiddetta Legge Finanziaria 2007 ha attenuato la garanzia costituita dal pro rata. Peraltro, e sempre in accoglimento delle argomentazioni della Cassa, le Sezioni Unite hanno confermato che “il legislatore nel 2013 è intervenuto per puntellare la stabilità finanziaria” di tutti gli Enti previdenziali privatizzati”. “La decisione delle Sezioni Unite della Cassazione è perfettamente in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto circa la legittimità degli assegni pensionistici che la Cassa Ragionieri sta erogando dal 2007”, commenta Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri. “Il principio espresso dalle Sezioni Unite non si discosta dai nostri auspici e ci conforta in merito alla recente riforma, adottata nel 2013, per contemperare le esigenze di sostenibilità della nostra Cassa con i diritti dei singoli. In un contesto di scarse risorse economiche – continua Pagliuca – era impensabile continuare a sostenere che solo i giovani dovessero sopportarne il peso, garantendo le pensioni di chi più fortunato dl loro. Resta, tuttavia, un piccolo rammarico, relativamente a quanto statuito dalla Corte, sulle pensioni erogate prima del 2007”. “Ritengo – ha concluso il numero uno della Cassa Ragionieri – che dalle Sezioni Unite sia arrivato un messaggio concreto in merito all’ equità intergenerazionale: l’auspicio è che da questa decisione possano scaturire interventi anche sul quadro pensionistico generale del nostro paese”.
Fonte: Il Tempo