Squinzi all’attacco: “Imprese muoiono di fisco. Il governo cambi marcia”

Davide Mattei

Il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi fa propria la denuncia dei giovani imprenditori 1 sul fisco ormai divenuto una “confisca” e il loro attacco alla politica. Le imprese italiane “stanno soffrendo, forse anche morendo di fisco”, il governo “sta facendo delle cose, certamente non sta facendo tutto quello che sarebbe necessario per fare il salto di qualità”, dice da Capri sollecitando un intervento che riduca il peso delle tasse e che riporti il Paese sulla strada della crescita.

Squinzi punta infatti il dito sull’azione del governo. La spending review è ancora solo “un aperitivo”, afferma sottolineando la necessità di fare una revisione “molto più decisa” e di “destinare tutti i fondi che si liberano alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, le imprese, i cittadini”. Il carico fiscale è a un punto “estremamente elevato” e l’Irap, insiste il numero uno di viale dell’Astronomia, “è un’imposta iniqua”. Per questo è importante che “il prossimo governo si strutturi per allinearsi sulla media Ue del 33-35%”, prosegue ribadendo che le imprese sono pronte a “rinunciare tranquillamente agli incentivi”: i relativi 2,7-2,8 miliardi di euro “mettiamoli su una riduzione del carico fiscale”. Nel suo intervento alle assise dei giovani industriali, Squinzi critica anche la legge di stabilità: “C’è molto poco per la crescita: in questa direzione si doveva fare uno sforzo maggiore”. Questo provvedimento è la dimostrazione che l’esecutivo tecnico “non riesce a portare fino in fondo le decisioni perché manca una base politica ed una visione di medio-lungo termine”. Di qui la richiesta che “ritorni una politica vera, buona”. Quindi il presidente di Confindustria ribadisce di ritenere che “dalla prossima legislatura serva una legittimazione politica molto più importante”. Un Monti bis andrebbe bene? “Non ne farei una questione di nomi, mi sta benissimo anche che il professor Monti guidi la prossima legislatura purché abbia una legittimazione elettorale”. Squinzi parla anche della produttività, su cui è fondamentale recuperare “in tempi brevi se non tutti almeno una parte dei 20 punti persi rispetto alla Germania” e torna a indicare l’obiettivo di un accordo rapido.

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