Le Casse vogliono fondi comuni

Asset allocation, controllo dei rischi, utilizzo dei fondi comuni e selezione accurata dei gestori. La crisi finanziaria scoppiata nel 2008 è stata una lezione utile per il mondo delle Casse previdenziali italiane: ora sono investitori istituzionali più attrezzati dal punto di vista finanziario. Lo conferma anche Filippo Petroni, responsabile dei dati statistici e ricerche di Adepp, l’associazione delle 20 casse di previdenza:«Innanzitutto c’è un maggior controllo del rischio rispetto al passato. Inoltre la gestione del mattone è cambiata; gli immobili infatti vengono dismessi o inseriti in fondi immobiliari».
AUMENTANO I FONDI COMUNI: Più in generale, in base ai dati di sistema disponibili (dati Adepp al 2016), le Casse di previdenza hanno toccato quasi il 40% di investimenti in fondi comuni e alternativi (immobiliari, private equity, private debt). Crollano invece gli immobili posseduti direttamente, passando dal 17,6% del 2013 al 7,3% del 2016; in futuro è previsto un ulteriore calo.
INVESTIMENTI ALTERNATIVI: La scarsità di rendimenti sulle lassi di investimento tradizionali, ha indotto alcune Casse di previdenza a spostarsi su prodotti alternativi, più illiquidi: vistala base di giovani professionisti molto ampia e quindi una prospettiva di investimento di lungo periodo, enti come quello di ingegneri e architetti (Inarcassa) hanno quindi deciso di spingere l’acceleratore su queste asset CLass. «Sì, Inarcassa ha previsto di investire in strumenti alternativi circa il 10% del patrimonio – sottolinea Alfredo Granata, direttore del patrimonio di Inarcassa -. Avendo degli ampi saldi previdenziali e una grande base di iscritti, possiamo guardare al lungo periodo e investire in asset di questo tipo. Che hanno anche il pregio di attutire la volatilità come quella presente in questi mesi sui mercati finanziari». Sul sito di Inarcassa è pubblicata l’asset allocation strategica dell’ente con il 36% in obbligazioni, il 23% in azioni e 1119,5% tra investimenti reali e a ritorno assoluto. «Inoltre – aggiunge Granata – ogni tre mesi mostriamo sempre online l’asset allocation tattica». Totale trasparenza dunque per una delle Casse più grandi del panorama italiano con oltre 10 miliardi di euro di patrimonio.
L’ASSET ALLOCATION DEI MEDICI: Ma l’ente con i maggiori attivi in Italia è Enpam, la Cassa di previdenza di medici e odontoiatri: 20 miliardi e 104 milioni di euro (fonte: bilancio di previsione Enpam 2018). Di questi 13,4 miliardi sono inseriti nel portafoglio finanziario. Un anno fa la Cassa di previdenza dei camici bianchi ha approvato la nuova asset allocation strategica dove la parte del leone è svolta dal settore obbligazionario (45%); un ruolo importante però, come per Inarcassa, lo svolgono anche i prodotti alternativi (10,5%). «Per questa strategia complessiva – fanno sapere dalla Cassa dei medici – l’investment advisor di Enpam, Willis Tower Watson, ha ipotizzato in cinque anni un orizzonte temporale realistico di applicazione dello schema all’attuale portafoglio dell’ente previdenziale». Nel corso del 2017 è dunque cominciata la transizione con un notevole volume di operazioni sul portafoglio, in aggiunta alle tradizionali attività di natura tattica. Durante il Salone del Risparmio organizzato a Milano da Assogestioni, Alberto Oliveti, presidente Enpam, ha ricordato inoltre «l’importanza degli investimenti della Cassa nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa)». Il progetto è noto come «mission related»: in sostanza Enpam punta a progetti sostenibili che abbiano una ricaduta favorevole anche in termini di occupazione peri propri iscritti. Soltanto in Italia, la Cassa ha investito in quattro fondi, per circa 100 milioni di euro, che si occupano appunto di costituire e gestire Rsa. Altri 60 milioni riguardano progetti simili all’estero.

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