Con la nuova legge di bilancio vogliamo estendere l’agevolazione “Resto al Sud” a tutti i liberi professionisti. E vogliamo anche ampliare la fascia di età per l’accesso al beneficio fino a 45 anni»: sono parole del ministro per il Sud, Barbara Lezzi, piovute ieri a Lecce, sulla platea di un convegno organizzato dal Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati. L’appuntamento si è tenuto con la collaborazione di Invitalia – l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che, tra le altre cose, gestisce l’agevolazione Resto al Sud – e Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Obiettivo: divulgare nei territori del Mezzogiorno le possibilità offerte da questa misura, che attualmente prevede il sostegno all’avvio di nuove attività imprenditoriali, promosse da giovani di età compresa fra i 18 ed i 35 anni.Questi giovani, però, devono essere residenti in Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia. Ed è qui che il ministro Lezzi rilancia ulteriormente l’agevolazione. Nel videomessaggio inviato agli agrotecnici dice: «Dobbiamo fare diventare “Resto al Sud” anche “Torno al Sud”, per tutti quei giovani che si sono formati altrove e vorrebbero poter tornare nel Mezzogiorno per utilizzare le competenze acquisite». In realtà , va detto, già ora l’incentivo non è riservato solamente a chi è residente nelle otto regioni suddette, ma anche a chi decide di trasferirsi, spostando la propria residenza. Infatti, sono ammessi a contributo anche i giovani residenti altrove, purché in seguito (cioè, dopo l’approvazione del progetto) si trasferiscano in una delle otto regioni indicate. Per Lezzi: «Resto al Sud put) dare ossigeno alle persone che hanno il coraggio di diventare imprenditori di loro stessi e non hanno risorse per farlo». Quindi, il ministro chiosa: «Ci auguriamo che si esaurisca al più presto il budget da 1,25 mld di euro a disposizione (stanziati dal precedente esecutivo, a valere sul Fondo di sviluppo e coesione, ndr). E che possano giungere i primi risultati». Ma quanto costa questo ampliamento? Secondo fonti del dicastero per il Sud la misura è fiscalmente sostenibile e dovrebbe trovare posto in legge di Bilancio. In merito alla spesa dei fondi strutturali a disposizione, invece, il ministro Lezzi ha annunciato: «Con i presidenti di regione sarà avviato un tavolo di programmazione, che favorisca una spesa più armonica. A questo tavolo parteciperanno anche i centri di ricerca, le università e chi si occupa di formazione». E ancora: «Stiamo lavorando ad un programma di infrastrutture, che veda protagonista anche il Mezzogiorno; questo negli anni ha subito la maggiore carenza di investimenti pubblici. Mancano strade essenziali e collegamenti ferroviari, anche tra le diverse regioni del Mezzogiorno». Come agisce l’agevolazione (introdotta dal dl 91/2017). Possono richiedere «Resto al Sud» i giovani, singoli o associati (in quest’ultimo caso costituiti in società o cooperative), che diano vita a forme di imprese e che: • non abbiano un lavoro a tempo indeterminato; • non siano titolari di altre imprese attive; • non abbiano ottenuto altre agevolazioni nazionali negli ultimi tre anni. L’incentivo è a sportello; le domande vengono esaminate senza graduatorie, in base all’ordine cronologico di arrivo. L’agevolazione ha un tetto massimo, pari a 50 mila euro per ogni richiedente; ma put) arrivare ad un massimo di 200 mila euro nel caso di 4 richiedenti (già costituiti in società o in procinto di costituirsi). L’agevolazione, comunque, copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in: • un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo; • un finanziamento bancario, da restituire in otto anni, pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal fondo di garanzia pmi. Gli interessi del finanziamento vengono interamente coperti da un contributo in conto interessi. Come fare domanda. In 60 giorni Invitalia procede alla valutazione delle domande presentate. Le istanze possono essere inviate esclusivamente online, attraverso la piattaforma web dell’agenzia. Prima di presentare la domanda, pert), è necessario registrarsi ai servizi online della stessa, compilando un form. Bisogna disporre di una firma digitale e di un indirizzo di Posta elettronica certificata (Pec). La domanda è composta dal progetto imprenditoriale da compilare online e dalla documentazione da allegare. Ogni utente potrà presentare una sola istanza. E solo gli utenti registrati ai servizi online di Invitalia, presenti all’interno dell’impresa (in qualità di rappresentante legale o titolare, o referente, o socio della compagine), potranno compilare e presentare richiesta di ammissione alle agevolazioni. Il sistema verificherà , al momento dell’invio web della domanda, la presenza del compilatore nell’impresa. In caso di controllo negativo, non sarà possibile presentare la domanda. Le sezioni per la presentazione della domanda sono due: impresa non costituita e impresa costituita. Le differenze sono relative all’anagrafica. Il sistema effettuerà due controlli, al momento del salvataggio. E cioè: che il capitale versato non sia maggiore di quello sottoscritto e che la data di rilascio della partita Iva e la data di iscrizione alla Camera di commercio non siano antecedenti alla data di costituzione. In particolare, il sistema verificherà , che la data di costituzione non sia antecedente al 21 giugno 2017. La valutazione dell’istanza. La domanda viene valutata da Invitalia in due fasi: – la prima serve a verificare il possesso dei requisiti, – la seconda prende in esame le competenze dei soci e la fattibilità economico-finanziaria del progetto. Oggi, tutti i componenti del team imprenditoriale devono sostenere un colloquio con gli esperti Invitalia (nella sede di Roma o via Skype). Se anche un solo socio non partecipa al colloquio la domanda viene respinta. Il contributo a fondo perduto viene erogato da Invitalia per stati di avanzamento lavori (Sal). Si pub richiedere la prima erogazione solo si è realizzato almeno il 50% del progetto e si è già ricevuto il finanziamento bancario. Si pub chiedere il primo Sal anche a fronte di fatture non quietanzate. I tempi di erogazione sono: • 30 giorni dalla data di ricezione di tutta la documentazione, nel caso di primo Sal; • 60 giorni per il Sal a saldo. Quest’ultimo viene erogato dopo un esame della documentazione e a seguito di un sopralluogo, per verificare gli investimenti realizzati e le spese sostenute. Il contatore di Resto al Sud. Secondo le stime fornite da Invitalia al primo settembre scorso, le domande di agevolazione in compilazione sono 12.043, le istanze presentate sono 4.142 e le domande approvate sono 1.269.