Commercialisti, partenariati ai raggi X

«Solo facendo ricorso alle giuste competenze, sarà possibile trovare il giusto equilibrio tra le istanze delle pubbliche amministrazioni e le esigenze degli operatori privati, al fine di ridurre i tassi di mortalità dei progetti, consentire una più efficace diffusione degli strumenti dipartenariato pubblico privato (ppp) e ottenere un corretto monitoraggio delle operazioni, che in alcune circostanze non sono adeguatamente e costantemente verificate nel corso del tempo, dando luogo a casi di squilibrio (molto spesso ai danni della p.a.), contenziosi e disservizi, e conducendo a una non ottimale gestione delle risorse e dei servizi pubblici». Sono le conclusioni a cui giungono il Consiglio e la Fondazione nazionale dei commercialisti nel documento «II piano economico-finanziario nelle procedure di partenariato pubblico-privato: orientamenti Anac, Ragioneria generale dello stato e giurisprudenza recente» diffuso ieri. Secondo gli ultimi dati Ifel l’incidenza del ppp sul totale delle opere pubbliche in Italia (in termini di importi) è cresciuta dal 6% del 2002 a oltre il 23% del 2017, con un aumento dei bandi di gara annui da poco più di 300 a quasi 3.300.

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