“La Tav è un’opera simbolo. Io mi auguro che i due vicepremier e il premier faranno prevalere il buonsenso e l’interesse nazionale. E questo sarebbe un grande atto di coraggio da parte loro per superare anche una dimensione di parte e di partito,”. Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a ‘Politapresse’, il forum di LaPresse. La Tav secondo Boccia è utile per “il collegamento con la Francia e con l’Europa, uno studio della Bocconi dice che attivare cantieri porterebbe con sè 50mila posti di lavoro e in un momento di rallentamento economico bisogna realizzare opere pubbliche nell’interesse del Paese”. Il presidente di Confindustria risponde alle domande del direttore Vittorio Oreggia e di Antonella Scutiero e Nicola Assetta. L’intervista è in diretta sul sito e sulla pagina Facebook di LaPresse Dopo Maurizio Martina (Pd), il sottosegretario Vito Crimi (M5s), la vicepresidente della Camera Mara Carfagna (Fi), il senatore Matteo Richetti (Pd), la sottosegretaria al Mef Laura Castelli (M5s) il deputato e candidato alle primarie Francesco Boccia (Pd), il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio, l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il senatore espulso dal M5s Gregorio De Falco, PoliticaPresse riapre le porte della redazione di Roma, in via del Gambero, con gli uomini e le donne della politica italiana. Dl Dignità – “L’occupazione si risolve affrontando la questione dello sviluppo, non con una legge sul lavoro”. Secondo Boccia è fondamentale intervenire nei settori dell’automotive e dell’industria delle costruzioni: “Attivare i cantieri non solo crea posti di lavoro, ma risolve la criticità che il settore vive da molti anni. Per quanto riguarda l’automotive, l’Italia non può essere esclusa nè escludersi dal tavolo dell’auto di Germania e Francia. Siamo la seconda manifattura d’Europa, non possono pensare di escluderci. Ora anche il ministro Le Maire ha aperto e ha auspicato che al tavolo ci possano essere anche gli italiani”. E aggiunge:  “Il decreto dignità per noi ha delle criticità legate alla riduzione dei tempi dei contratti a tempo determinato, con la riduzione della causale. Determinerà il cosiddetto turnover. Le imprese, per evitare il conflitto, alla fine del primo anno aumenteranno i cambi. Ai fini quantitativi non ci saranno cambiamenti, ma così non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”. Lavoro - “Dobbiamo fare un patto per il lavoro, con i sindacati laddove troveremo le convergenze. Attenzione deve essere sul cuneo fiscale, contributi e tasse sul lavoro. È vero che i salari sono bassi ma se c’è il 120% di tasse è difficile sostenere un incremento”. Cittadinanza - “Abbiamo già detto che il reddito di cittadinanza non ha effetti rilevanti sull’economia reale. È giusto aiutare le fasce di povertà . Ma non che diventi un disincentivo al lavoro. Dobbiamo coniugare lo sviluppo alla riduzione di disagi”.