Avevano cercato il dialogo senza intestarsi azioni di piazza. Avevano mostrato, in silenzio, l’insofferenza verso lo stallo del governo sulla Tav. Avevano poi promesso misure di pressing sull’esecutivo verso una rapida decisione. Ora, a una settimana dalla pubblicazione dei bandi da 2,3 miliardi per la realizzazione del tunnel di base sul lato francese, le imprese e le associazioni di categoria di Torino e del Piemonte sono pronte a ‘metterci direttamente la faccia’ prendendo in mano l’organizzazione della protesta lanciata dalle ‘madamine’ per il 6 aprile. E, questa volta, la piazza di Torino sarà aperta a tutte le bandiere: non più ‘apolitica’ e ‘apartitica’ come le prime due (anche se Pd e più Europa non hanno mai fatto mancare la loro adesione e presenza) ma pronta ad accogliere tutti coloro “che si indentificheranno” nella realizzazione della Torino-Lione. Un momento così anche per la Lega per prendere definitiva posizione, come si auspicano gli industriali. E le stesse 37 sigle del mondo datoriale e sindacale potranno mostrare simboli e appartenenze in un cambio di strategia richiesto da tempo dalla Cisl. In un incontro con le madamine di “Si Torino va avanti”, con “Si Tav di lavoro'” dell’ex sottosegretario Mino Giachino e con il comitato “Osservatorio 21”, imprese e professioni hanno infatti definito “una linea d’azione comune e condivisa sui temi della realizzazione della Tav così come delle infrastrutture e delle azioni utili per lo sviluppo del territorio” si legge in una nota congiunta. Il ‘new deal’ della protesta era partito due settimane fa con la Cisl che aveva chiesto e ottenuto lo spostamento della manifestazione, prevista in un primo tempo il 17 marzo, per consentire a imprese e sindacati di organizzarsi nel modo migliore. Ben vengano i flash mob e le adunate spontanee ma, sembrano dire le 37 sigle, con un governo che continua a parlare di “ridiscutere l’opera” la piazza va strutturata e pensata. Magari con un lungo corteo, oltre alla consueta ‘conta’ in piazza Castello. In occasione della manifestazione del 6 aprile verrà redatto poi il ‘Manifesto per lo sviluppo del territorio’ nel quale saranno ribaditi alcuni punti irrinunciabili nel percorso che deve portare alla realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. In particolare: “mantenimento dell’attuale progetto approvato da Italia, Francia e Unione europea; realizzazione in particolare della stazione internazionale di Susa e del collegamento dello Scalo di Orbassano; rispetto dei tempi concordati con l’Unione europea; continuazione dell’attività dell’Osservatorio Valle di Susa come unico e autorevole tavolo di confronto con tutti gli attori del territorio interessati all’opera”. Il tutto alla luce dell’incontro che il premier Giuseppe Conte avrà venerdì 22 marzo con il presidente francese Emmanuel Macron sulla Tav, a margine dei lavori del Consiglio europeo a Bruxelles.
Tav, cambio di passo per imprese e madamine: in piazza il 6 aprile con bandiere
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