Milano, 12 mar. (LaPresse) – Paolo Foietta prende carta e penna e scrive al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Una lettera dai contenuti molto duri: “Lei ha deciso di assumere pregiudizialmente la posizione di una parte; per questo, perlomeno in questo caso, non credo che la tutela dell’interesse nazionale corrisponda alle sue azioni”, scrive l’ex commissario straordinario di governo per la Tav. “Ha parlato di ‘pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari’. Se questo è davvero avvenuto, denunci pubblicamente da chi le ha ricevute. Se invece è stato un errore, smentisca o si assuma la responsabilità delle sue affermazioni”, prosegue la missiva. “Non dubito che abbia ricevuto e che stia ricevendo tuttora ‘pressioni’, queste assolutamente legittime, dalla stragrande maggioranza del popolo italiano, dalle istituzioni, dagli enti locali, dalle categorie economiche, dai sindacati, dai lavoratori, dai disoccupati, dai ‘cittadini’ che credono alla necessità di infrastrutture sicure, capaci e moderne, per adeguare e sostituire quelle che da 150 anni ci collegano all’Europa – sostiene Foietta -. O forse le ‘pressioni’ a cui si riferisce sono quelle degli accademici, dei professori universitari, degli economisti, degli esperti di trasporti. Sono forse questi i ‘pericolosi personaggi’, che raccontano come la Torino-Lione sia indispensabile allo sviluppo ed all’integrazione del nostro paese con l’Europa occidentale”.