Tav, Salvini: “La faremo”. Conte: “Ora la parte più difficile: il confronto con Francia e Ue”

Matteo Salvini non ha dubbi: la Tav si farà. “La posizione dei Cinquestelle è sempre stata contraria e la Lega sempre favorevole e, quindi, la via mediana prevista dal contratto è una revisione dell’opera”, ha dichiarato il vicepremier. “C’è di mezzo – ha spiegato Salvini a margine della scuola di formazione politica della Lega, a Milano - la discussione con la Francia, con la Ue e la revisione del progetto come previsto e, quindi, è una discussione utile per andare avanti”. A chi domandava se ha sentito Telt, la società italo-francese che si occupa dei bandi, il leader leghista ha replicato: “Parlo con tutti, con imprenditori con chi scava e viaggia. Li ho sentiti ieri, abbiamo commentato i contenuti della lettera”. “La Francia ha più chilometri e vantaggi e l’Ue si è detta già disponibile ad aumentare il suo contributo”, ha sottolineato Salvini. Per poi chiarire sull’analisi costi-benefici: “Se tagli delle spese e ottieni più fondi da coloro che ne hanno messi di meno, l’analisi può cambiare”. Poi ha spiegato che la Tav è solo una delle opere bloccate da anni, di cui bisogna occuparsi nei prossimi mesi. “Io bado ai fatti. Bado a che l’Italia – ha detto Salvini – abbia un governo che fa le cose, che sblocchi i cantieri fermi da troppi anni. Perché si parla tanto di Tav che è un’opera che serve, però ci sono centinaia di cantieri fermi da anni e io conto che il presidente Conte porti in Consiglio dei ministri a giorni il decreto sblocca-cantieri e la revisione del codice degli appalti, perché ci sono centinaia di opere pubbliche che aspettano di essere cominciate. È emergenza nazionale sbloccare cantieri prima possibile”.  “Quindi, – ha sottolineato – conto che lo sblocca-cantieri e il codice appalti vedano la luce come decreti urgenti e non come ipotesi di legge entro la primavera”. Il premier Giuseppe Conte ha spiegato che il difficile viene ora che bisogna confrontarsi con la Francia e l’Unione Europea. Ora si deve “convincere Francia e Commissione Ue delle nostre buone ragioni illustrate dall’analisi costi-benefici, che indica una perdita di 7-8 miliardi per tutti e tre, non solo per l’Italia”, ha detto il presidente del Consiglio, intervistato da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. “Ne parlerò quanto prima con il presidente della Commissione Juncker e col presidente francese Macron. Mentre scrivevo a Telt, ho avvertito di questa interlocuzione sia Juncker sia Macron trasmettendo la lettera a Telt e chiedendo di incontrarli per avviare un processo decisionale condiviso. Che sarà complicato, ma che sono fiducioso di portare a buon fine”, ha aggiunto. “Abbiamo fatto una riunione tecnica e la Lega e i suoi tecnici non sono riusciti a smontare lo studio su costi e benefici. Far finta di nulla adesso sarebbe una presa in giro e io non sono un pagliaccio”. In ogni caso la crisi è scongiurata. Almeno secondo Giancarlo Giorgetti. “Non abbiamo mai parlato di crisi di governo”, ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervistato da Lucia Annunziata a 1/2 ora in più su Rai Tre. “L’abbiamo scritto nel contratto, siamo disponibili a rivedere il progetto” Resta vago invece Luigi Di Maio. Alla domanda su che cosa vuol dire per il M5S ridiscutere il progetto della Tav, il capo politico pentastellato ha risposto: “Quello che c’è scritto nel contratto, poi vedrete nei prossimi giorni”. “In questo momento – ha spiegato il vicepremier a margine del Villaggio Rousseau, a Milano – non vedo quale sia il dibattito su questo tema, se c’è un contratto di governo che parla chiaramente. Tutto ciò che dobbiamo affrontare nei prossimi mesi lo affronteremo, non lo rimanderemo”.    

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