Dl crescita, ok dal Cdm ‘salvo intese’. Ancora stallo sui rimborsi ai truffati dalle banche

Terminato a palazzo Chigi, dopo oltre tre ore, il Consiglio dei ministri sul decreto sulla crescita. Il testo è stato approvato con la formula ‘salvo intese’. Resta invece l’impasse sul nodo dei rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche. Secondo quanto riferiscono fonti ben informate, nel dl crescita non sono entrate le norme volute inizialmente da Giovanni Tria che avrebbero modificato gli accordi assunti con le associazioni di risparmiatori. “Nessuna norma può essere inserita senza accordo delle associazioni”, avrebbe detto Luigi Di Maio in Cdm. A questo punto il presidente del consiglio Conte ha assunto l’impegno di convocare le associazioni lunedì alle 12. Una nuova riunione dovrebbe tenersi il 9, quando all’ordine del giorno dovrebbe esserci anche il Def. L’analisi: Ecco perché il ministro dell’Economia e molti esperti hanno forti dubbi sui rimborsi di Massimo Razzi Due le ipotesi messe sul tavolo per risolvere la questione rimborsi. Il ministro dell’Economia avrebbe voluto inserire nel decreto crescita una norma che modifichi il meccanismo inserito in legge di Bilancio indicando Consap come ente erogatore – così da mettere al riparo i funzionari del Mef – con un doppio canale per i rimborsi: in via diretta per i risparmiatori con Isee inferiore a 35mila euro o un patrimonio immobiliare sotto i 100mila euro, e una procedura diversa per gli altri con un accertamento caso per caso. Il M5S punta invece al rimborso immediato per tutti. Lega – Nello scontro la Lega non si è schierata, ma le lamentele sull’eccessiva lentezza trapelano lo stesso. Serve un cambio di passo, viene fatto notare dal Carroccio che chiede più concretezza. ‘Ci aspettiamo risposte serie e reali per i risparmiatori, lunedì deve arrivare lo sblocco agli indennizzi per i truffati’, è il ragionamento dei leghisti che aggiungono ‘ma basta bloccare il Paese con i no’. La linea di via Bellerio è chiara: devono partire i cantieri, le opere, la flat tax, bisogna togliere la burocrazia inutile, riformare il codice degli appalti, fare la riforma della giustizia per avere tempi certi. Insomma, alle parole ora devono seguire i fatti. Decreto crescita - Anche se il nodo più spinoso non è stato risolto, c’è almeno il via libera al dl crescita, che nei piani del governo dovrebbe, insieme con lo sblocca cantieri, rilanciare l’economia. Diverse le misure contenute nel testo, dagli sgravi Imu sui capannoni alla rottamazione delle cartelle anche per i tributi locali, passando all’ampliamento del piano dismissioni.  “Con il decreto – spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro – abbiamo stanziato 500 milioni di euro in favore dei comuni di tutta Italia per avviare opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo sostenibile sul territorio. Si tratta di un piano straordinario per rilanciare la spesa per investimenti dei Comuni e dare un impulso massiccio alla crescita sostenibile. È una norma che ho fortemente voluto per invertire la rotta nel rapporto con gli enti locali, in ginocchio dopo anni di tagli e austerity, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Era un impegno del M5S e lo manteniamo”. Obiettivo della norma Fraccaro, condivisa anche dal ministro del Sud Barbara Lezzi, è quello di finanziare gli investimenti sul territorio per favorire la crescita nell’ottica della sostenibilità. Le risorse, assegnate dal Ministero dello Sviluppo economico per un totale di 500 milioni nell’anno 2019 a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, verranno erogate a tutti i Comuni italiani in proporzione alla popolazione residente da. Sono previste soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei comuni oltre i 250mila abitanti. Le risorse finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza degli edifici pubblici. Infine, si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tra le altre misure quella riguardante il taglio dell’aliquota Ires dal 24 al 15%, che viene sostituito con l’applicazione subito dell’aliquota agevolata al 22,5%, a partire dall’anno di imposta 2019, e poi al 21,5% per il 2020 e al 20,5% per il 2021. Nel testo anche la norma sul ‘rientro dei cervelli’: chi torna in Italia e trasferisce la propria residenza in una regione del Sud dovrà pagare i tributi solo sul 10% del reddito.    

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