Precoci e poco informati. Così appaiono i giovani nei confronti del sesso. I rapporti avvengono sempre prima, spesso sono non protetti e la conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili è scarsa. È il quadro non proprio incoraggiante che emerge dall’indagine 2019 dell’Osservatorio Giovani e sessualità di Skuola.net, svolta in collaborazione con Durex e l’Università di Firenze, su 10.507 ragazzi dagli 11 anni in su. Quelli che hanno avuto un rapporto completo sono circa 1 su 3 e il 40% lo ha fatto abbastanza precocemente: tra i 15 e i 16 anni. Il 29% tra i 17 e i 18 anni, il 13% addirittura tra 13 e 14. Insomma, 4 su 5 hanno perso la verginità entro i 18 anni. I primi rapporti coincidono anche con il primo utilizzo degli strumenti di protezione, preservativo su tutti, anche se poi solo poco più della metà (52%) continua a usarlo sempre. Quando una relazione diventa stabile si usano altri metodi contraccettivi, o addirittura si sceglie di non prendere precauzioni. E paradossalmente chi ha rapporti occasionali è nettamente meno accorto, sia nell’uso del condom che di altri metodi contraccettivi. Un giovane su 4 ignora che le malattie sessualmente trasmissibili (Mst) possano essere asintomatiche, 2 su 5 che possano portare all’infertilità . Complessivamente, la metà degli oltre 10mila giovani intervistati non supera le domande chiave sulle Mst e non le sa distinguere dalle infezioni non veneree. Il 67% non si è mai sottoposto a una visita ginecologica/andrologica, il 21% lo ha fatto una volta sola, solamente per il 12% è una consuetudine; tra le femmine va meglio rispetto ai maschi. Appena 1 su 10 ha fatto un test per l’Hiv o per le altre infezioni sessualmente trasmissibili. In questo quadro non stupisce che il principale insegnante di educazione sessuale sia il web: è così per il 64% dei ragazzi. Le alternative sono i coetanei (38%) o il partner (27%); fonti parziali e spesso poco attendibili. Quasi mai nell’elenco delle persone da consultare ci sono i genitori, li menziona solo il 27%, mentre l’11% che non chiede a nessuno. Chi ha svolto un corso di educazione sessuale a scuola è più preparato degli altri, un miglioramento che oscilla dal 10 al 20 per cento a seconda degli argomenti. La Rete amplia anche il consumo di video o materiali porno: il 60% dei ragazzi ne ha visti, 1 su 5 si dichiara consumatore abituale. A farlo nettamente di più i maschi (76%) delle femmine (52%). Si comincia presto: tra gli 11 e 14 anni quasi la metà ha già avuto un contatto con materiale porno. Con le nuove tecnologie è sempre più diffuso anche il cosiddetto ‘sexting’, lo scambio di foto, video e testi intimi attraverso chat e social network. Il 40% del campione afferma di averlo fatto almeno una volta, il 15% con degli sconosciuti, col rischio spesso inconsapevole di diventare vittime del ‘revenge porn’. Ancor più che il 31% pratica il sexting per eccitarsi col partner, il 25% per scherzare con gli amici, il 14% per noia o per eccitarsi da solo, l’8% perché lo fanno tutti.