M5S, dal Garante della privacy multa di 50mila euro a Rousseau

Rousseau nel mirino del Garante per la privacy. L’Autorità rileva che rimangono “importanti vulnerabilità” sula sicurezza del voto online rispetto alle quali il Garante stesso, valutata anche “l’urgenza di intervenire su una struttura, come la piattaforma Rousseau, di particolare rilevanza e delicatezza anche sotto il profilo della partecipazione democratica dei cittadini alle scelte politiche”, è tenuto ad intervenire. Di conseguenza, viene chiesto all’Associazione Movimento 5 Stelle e all’Associazione Rousseau, quale responsabile del trattamento dati, di risolvere tali criticità. Il Garante ha quindi inflitto all’Associazione una sanzione di 50mila euro e ha chiesto inoltre misure di auditing informatico; credenziali di autenticazione ad uso esclusivo di ciascun utente con privilegi amministrativi, entro il termine di 10 giorni; entro 120 giorni, rivisitazione complessiva delle iniziative di sicurezza adottate. Infine, entro 60 giorni, una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, specificamente riferita alle funzionalità di e-voting attribuite alla piattaforma. Le reazioni delle opposizioni – La notizia ha inevitabilmente scatenato dure reazioni da parte delle opposizioni. “Da oltre tre anni avanziamo a Rousseau critiche circostanziate sui buchi connessi alla tecnologia utilizzata, ormai superata (Cms Movable type 4.3) e dei danni potenziali che si creano ai privati che aderiscono alla piattaforma, spesso ignari delle conseguenze sulla privacy. I rilievi sollevati oggi correttamente dal Garante per la Privacy, li abbiamo denunciati in Parlamento per spingere il legislatore ad avere coraggio ma siamo rimasti spesso isolati e inascoltati”, scrive su Facebook il deputato Pd Francesco Boccia, organizzatore lo scorso 15 dicembre a Roma di una simulazione sui buchi della piattaforma Rousseau nell’ambito della giornata Pd #aporteaperte tra circoli e tecnologie digitali.  “Quella sulla trasparenza e la tutela dei dati di ogni singolo individuo è la vera sfida che abbiamo di fronte. Vale anche per il M5S che sfidiamo apertamente su valori che dovrebbero avere a cuore quanto noi. Rousseau, come certificato anche dalla multa del garante per la privacy ha violato le regole più elementari. Sulla rete serve trasparenza e rispetto dei diritti delle persone; non possono esistere regole diverse tra la vita online e la vita per strada o offline. Per Rousseau, invece, che ha sposato e difende in pieno l’ideologia delle multinazionali del web, la rete resta una sorta di porto franco in cui vince sempre il più forte o il più furbo”, conclude. Sulla stessa lunghezza d’onda a presidente del gruppo Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini. “Il garante della Privacy  ha certificato, ancora una volta, che la democrazia diretta del M5S, attraverso la piattaforma Rousseau, è un bluff. Sono a rischio i dati personali e le votazioni online manipolabili. Eppure, ogni deputato del M5S è costretto a versare a Casaleggio, ogni mese, una cospicua somma di denaro pubblico. Volevano cambiare l’Italia, stanno semplicemente inanellando brutte figure, esponendo tutti a rischi potenzialmente elevati”. 

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