In Italia le cose vanno meglio, e lo dimostrano non solo gli ultimi numeri freddi del Pil (passato ad un tendenziale del 0,1% dopo due trimestri negativi), ma anche per le percentuali che mostrano le condizioni sociali della popolazione.
Secondo le ultime tabelle pubblicate da Eurostat, la percentuale di persone che soffrono di “gravi deprivazioni materiali” Ăš passata al 10,1% del 2017 (pari a circa 6,1 milioni) all’8,4% dell’anno scorso (5 milioni). Si tratta di stime che, considerando l’anno passato, non prendono ancora in conto degli effetti della misura principe del M5S per la lotta alla povertĂ , il Reddito di cittadinanza.
Proprio sul Reddito, da Bergamo, si Ăš soffermata la riflessione del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Questi, alla cerimonia del giuramento degli allievi ufficiali della Guardia di Finanza a Bergamo, ha ricordato che la GdF “svolge un’azione di vigilanza e controllo del nostro sistema di welfare che, con il reddito di cittadinanza approvato da questo Governo, contempla anche l’adempimento di una funzione sociale a sostegno dei cittadini onesti e di quelli bisognosi di aiuto da parte delle Istituzioni”.
La misura, come Ăš noto, serve a offrire o integrare il reddito dei meno abbienti, e sembra che i fondi stanziati dal Governo non verranno usare nella loro completezza. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha stimato il risparmio in 800 milioni, al massimo 1 miliardo. Alcuni tecnici del Governo sono piĂÂč ottimisti e si spingono fino a quota 1,6-1,8 miliardi.
Dalla Sardegna, il vicepremier Luigi Di Maio, dice di essere al lavoro per allocare “un miliardo di euro per le famiglie che fanno figli qui in Italia”, seguendo “il modello francese”, che Ăš molto generoso nel sostegno alla natalitĂ . Il problema, come fanno notare i tecnici, Ăš che la parola finale sull’utilizzo del fondo sul reddito di cittadinanza (e di quello, parallelo, su quota 100) spetta al ministro dell’Economia Giovanni Tria. E il prossimo autunno, per la prossima legge di Bilancio, saranno necessarie risorse per ridurre il deficit evitando l’aumento automatico dell’Iva.