Sono partiti dalla Campania i saldi estivi, che lunedì riguarderanno la Sicilia, martedì la Basilicata e da sabato 6 luglio tutte le altre Regioni. Secondo le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderàin media poco meno di 230 euro, circa 100 euro pro capite, per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro. Più pessimista la previsione del Codacons, secondo cui saràdi 65 euro a testa.
“Le vendite di primavera – sottolinea il presidente di Federazione Moda Italia di Confcommercio, Renato Borghi – sono letteralmente saltate, creando una condizione di disastro economico per le imprese e sarebbe legittimo invocare lo stato di calamitàper il settore che è fortemente condizionato dalla stagionalitàinsita nei prodotti di moda. I saldi estivi valgono circa il 12% dei fatturati dei fashion store. L’auspicio è, quindi, che almeno in questi saldi riparta la corsa allo shopping e si possa riscontrare un’effervescenza dei consumi anche se i nostri commercianti possono solo sperare di ‘fare cassa’, ma non certo di recuperare una stagione mai partita”.
Secondo uno studio dell’Unione nazionale consumatori, l’abbigliamento registreràun abbassamento dei prezzi del 21,3%, in netto aumento rispetto ai precedenti saldi estivi, quando lo sconto si era attestato al 19,4%, anche se in lieve diminuzione rispetto a quest’inverno (-21,4%). Le calzature segneranno un ribasso del 20,2%, 2,2 punti percentuali di differenza rispetto al 18% del luglio 2018. Nel complesso, per abbigliamento e calzature lo sconto saràdel 21,1%, in rialzo nel confronto con la scorsa estate (19,1%). Nel dettaglio, il record della convenienza spetta agli indumenti, che con -23,4% registrano l’abbassamento dei prezzi maggiore, mentre il ribasso minore, come d’abitudine, spetta agli accessori (cravatte, cinture…), con una flessione dei prezzi del 12,5%, unica voce in peggioramento rispetto ad un anno prima (-12,7%).
Tra le accortezze da mettere in campo nello shopping c’è sapere che il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso. Ci sono due mesi di tempo, e non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto del capo e ottenere la sua sostituzione o riparazione o la restituzione del denaro. Se invece il capo è integro la sostituzione è a discrezione del negoziante. È poi bene verificare che si tratti effettivamente di articoli dell’ultima stagione e non di ‘fondi di magazzino’, con l’indicazione del prezzo e dello sconto praticato, e diffidare di riduzioni oltre il 50%, che spesso nascondono merce non recente o prezzi vecchi gonfiati. Meglio insomma puntare su negozi di fiducia o che giàsi conoscono, e tenere a mente che far provare i capi non è un obbligo del negoziante, ma una sua scelta. Un suo obbligo è invece accettare le carte di credito.