Pechino (Cina), 10 set. (LaPresse/AFP) – La Cina ha rimosso i limiti per le istituzioni finanziarie straniere che volessero investire nei suoi mercati azionari e obbligazionari per attirare denaro dall’estero, mentre rallenta l’economia e continua la guerra commerciale con gli Stati Uniti. Agli stranieri è vietato investire direttamente nei mercati cinesi, ma Pechino consente a determinate istituzioni di acquistare azioni nell’ambito del cosiddetto programma Qualified Foreign Institutional Investor (Qfii). L’Amministrazione statale dei cambi (Safe) ha dichiarato di aver rimosso il massimale complessivo di 300 miliardi di dollari sugli acquisti totali di attivitàall’interno del programma, offrendo un accesso senza restrizioni al secondo mercato mondiale dei capitali. La Cina ha inoltre rimosso un limite a uno meccanismo per uno yuan parallelo – il cosiddetto programma Renminbi Qualified Foreign Institutional Investor (Rqfii), che ha consentito alle istituzioni estere di investire in titoli cinesi utilizzando lo yuan offshore. “Gli investitori istituzionali stranieri con le qualifiche pertinenti possono trasferire fondi per effettuare investimenti in titoli in conformitàcon le normative” sul mercato onshore, ha spiegato in una nota il regolatore, che ha aggiunto, per bocca del portavoce Wang Chunying, che le misure sui capitali mirano a “facilitare gli investitori stranieri a investire nel mercato mobiliare nazionale e migliorare la profonditàe l’ampiezza dell’apertura del mercato finanziario cinese”.