Conte accetta l’incarico e presenta la squadra: al via la scommessa giallorossa

Giuseppe Conte scioglie la riserva e accetta l’incarico di presiedere il 66esimo Governo della Repubblica. Domani alle 10 il premier e i suoi ministri giureranno nel Salone delle Feste del Quirinale. Le trattative su squadra e programma vanno avanti fino al fotofinish. Conte vede prima i capigruppo della nuova maggioranza sul programma, poi i ‘capidelegazione’ per limare la lista dei ministri e sciogliere l’ultimo nodo rimasto sul tavolo, quello legato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Quando, intorno alle 15.30, il premier svela i nomi, il pallottoliere è presto fatto: dieci ministri M5S, nove Pd, uno di Leu e un tecnico, Luciana Lamorgese, per il Viminale post Matteo Salvini. Riccardo Fraccaro la spunta come sottosegretario a palazzo Chigi.

Conte è soddisfatto. Si dice “forte” di un programma “che guarda al futuro”. Anche Dem e pentastellati tirano un sospiro di sollievo. “Sarà e dovrà essere un governo coraggioso e ambizioso”, commenta a caldo Luigi Di Maio, neo ministro degli Esteri. Plaude alla “svolta, anche generazionale”, della squadra e alla ritrovata unità del Pd, invece, Nicola Zingaretti – che ha scelto di rimanere fuori dall’esecutivo giallorosso. “Ora è il tempo di cambiare l’Italia”, è l’invito.

Dopo giorni di attesa e gestione ‘notarile’ della crisi, poi, anche Sergio Mattarella ha praticamente esaurito il suo compito: “C’è una maggioranza parlamentare e si è formato un governo. La parola compete al Parlamento e al governo che nei prossimi giorni si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia e presentare il programma”, è la sottolineatura. Domani, dopo il giuramento al Quirinale, il Governo si trasferirà a palazzo Chigi. Conte riceverà gli onori, parteciperà alla cerimonia della campanella (che sarà inusuale visto che è il predecessore di se stesso) e poi presiederà il primo Consiglio dei ministri del nuovo Governo. Lunedì e martedì toccherà al Parlamento esprimersi. Sarà prima Montecitorio a votare la fiducia e la maggioranza dovrebbe essere larga (con più di 20 voti di scarto). A palazzo Madama i numeri sono un po’ più risicati: 161 il numero magico, 162 – sulla carta – la soglia dei sì che si ottiene sommando i voti dei senatori di M5S, Pd e Leu, anche se c’è già chi è pronto a scommettere che i giallorossi raggiungeranno (e supereranno) quota 170.

Promettono battaglia le opposizioni. “Sono 1-0. Il Pd è in vantaggio, lo ammetto. Hanno segnato – commenta Matteo Salvini – Ma sapete quando vai in svantaggio con un rigore inesistente? Io non ho perso la voglia”, assicura. Continua a invocare la piazza Fratelli d’Italia. “L’appuntamento è per lunedì 9 settembre alle ore 11, il giorno della fiducia al Conte bis”, annuncia Giorgia Meloni. Pronta a votare no, anche se alcuni rumors sono scommettono già su alcune defezioni, anche FI. Metteremo in campo “un’opposizione ferma, coerente, senza sconti ma composta”, assicura Silvio Berlusconi.

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