Nessuna preoccupazione per la tenuta del governo ma certo i tempi con cui Matteo Renzi ha annunciato la scissione dal Pd non sono piaciuti a palazzo Chigi. Il premier Giuseppe Conte gliel’ha detto chiaramente, nella telefonata di lunedì sera, e l’ha ribadito ai suoi collaboratori: che il ‘senatore semplice di Scandicci’ volesse fare la sua mossa era cosa nota, in un certo senso attesa, e di conseguenza prevista anche nei suoi effetti sulla maggioranza in Parlamento che cambia forma ma – è la rassicurazione bilaterale – non verràmeno nella sostanza.
Ma certo, visto che il governo è nato praticamente ieri, andava anticipata al momento della formazione dell’esecutivo. Andava messo sul piatto per trasparenza e linearità, è il ragionamento di Conte, sinceramente perplesso dall’addio sbandierato appena poche ore il giuramento dei sottosegretari. Il Presidente incaricato in quel modo avrebbe potuto disporre di un quadro di riferimento più completo e corretto per valutare la sostenibilitàe la percorribilitàdel nuovo progetto di governo che ha presentato al Paese. Invece si ritrova a giocare con carte diverse, sia pure sullo stesso tavolo. Un malcontento espresso chiaramente a Renzi che però – giurano a Chigi – non significa preoccupazione: il premier è al lavoro su diversi dossier, oggi incontreràal-Sarraj e Macron, e alla vicenda, sia pur di rilevanza politica, ha destinato la giusta attenzione.
Una cosa per Conte è chiara e l’ha detto senza mezzi termini: le fibrillazioni democratiche non devono causare problemi all’attivitàdi governo. Niente stop&go, niente dispetti e prove di forza nelle commissioni, niente conte nelle aule parlamentari nel corso dell’esame dei provvedimenti: l’esecutivo è nato a patto di avere una maggioranza solida e quanto accaduto con l’esperienza giallorossa, segnata da continue tensioni, non deve ripetersi.
Un discorso affrontato anche al telefono con Luigi Di Maio, in una telefonata necessaria per ‘fare il punto’ dopo le notizie di cronaca. La sostanza non cambia se Renzi rimarràfedele agli impegni, è la linea del leader pentastellato. Il 16 sera, alla vigilia dell’annuncio dello scisma, l’ex premier ha chiamato Di Maio per la prima volta (“Mi ha fatto un po’ effetto” ha confessato nel salotto di Bruno Vespa).
Intanto, ieri sera, il capo politico dei 5 Stelle ha radunato i gruppi parlamentari per la prima volta dalla nascita del nuovo governo: all’ordine del giorno la prossima legge di bilancio ma è inevitabile che il discorso sia stato molto più ampio. “Il paese è instabile e pieno di rancori, non è il momento di dare seguito a dei narcisismi”, è il messaggio affidato da Beppe Grillo al suo blog, in cui condanna duramente le ultime gesta dei ‘due Mattei’, Renzi e Salvini, che “sono passati entrambi alla minchiata d’impulso”. Per il garante del Movimento in questo momento “c’è una sola onda, con sopra soltanto due surfisti: Conte e Salvini”. Quest’ultimo, il fuggiasco, cercheràdi alzare i toni e il malcontento, “Cercheràdi trasformare ogni valle del paese in una piccola Pontida”, prevede. Quanto all’ex premier “fra una manata di popcorn e l’altra, è scomparso dalla top ten dei politici più graditi” e dunque ha capito che “ogni minuto di assenza dalle scene, in queste settimane, corrisponde ad un oblio di mesi e si sente improvvisamente tornare sui popcorn! È addirittura in piena indigestione da popcorn”.