Roma, 27 set. (LaPresse) – “Non parlerò di riforme. Principalmente per una questione di opportunità, se si vuole di rispetto verso i colleghi del Csm che su queste riforme, se e quando saràil momento, saranno chiamati ad esprimere un parere. Fin dall’inizio, del resto, ho inteso il mio come un ruolo di equilibrio istituzionale e di unità, quale voce dell’intero Consiglio. Proverei imbarazzo ad azzardare ora giudizi, sia pure a titolo personale, su norme tra l’altro ancora in cantiere e in via di definizione.
Solo su un punto, sul sorteggio come meccanismo di selezione dei consiglieri del Csm, ribadisco qui la mia contrarietà, perché il Consiglio rischierebbe di uscirne azzerato nella sua natura di organo di rappresentanza del pluralismo e ridotto a entitàmeramente burocratica ed esecutiva. In realtàtendo a diffidare di riforme giustificate e ispirate alla sola intenzione di contrastare la ‘politicizzazione’ del Csm”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini intervenendo nel corso degli Stati generali per la riforma dell’ordinamento giudiziario, organizzato dai penalisti.