Governo, Conte prepara il discorso. Per M5S e Pd si avvicina lo scoglio del taglia poltrone

Fine settimana a Palazzo Chigi per Giuseppe Conte, che prepara il discorso per la fiducia da sottoporre al Parlamento. Molti i dossier sul tavolo dell’esecutivo: dalla manovra economica, con l’Europa che tiene d’occhio l’Italia per l’alto debito pubblico, alla gestione dei flussi migratori, alla riforma della Giustizia. Ma Di Maio preme l’acceleratore su una riforma cara ai pentastellati: “È necessario inserire – ha dichiarato il leader dei Cinque Stelle – nel primo calendario utile della Camera dei deputati, la riduzione del numero dei parlamentari”.

Il governo giallorosso affronterà la fiducia di Camera e Senato lunedì e martedì prossimi, poi è sul ‘taglia poltrone’ che M5S, Pd e Leu potrebbero già arrivare ai ferri corti. Il programma sottoscritto dai tre azionisti di maggioranza del Conte bis parla chiaro. Non bastasse, Luigi Di Maio si premura di far arrivare ai nuovi alleati un piccolo promemoria: “Intanto abbiamo il taglio dei parlamentari da concretizzare. E siamo pronti all’ultimo voto. Si tratta dell’ultima votazione alla Camera e poi elimineremo 345 poltrone, risparmiando mezzo miliardo di euro da investire in servizi per i cittadini”, scrive sui canali social dopo aver riunito alla Farnesina la squadra dei ministri pentastellati.

Per i Dem, però, “il quadro non è ancora chiaro”. Il Pd ha votato no alle tre votazioni precedenti, e il sì alla quarta, a Montecitorio, non è ancora dato per assodato. Al Nazareno sono in attesa: “Vediamo se maturano le condizioni per una riduzione, nel quadro di una riforma del bicameralismo paritario. Capiremo presto se i 5 Stelle e Conte vogliono cogliere l’occasione di questa loro battaglia per razionalizzare e migliorare la capacità rappresentativa e la funzionalità del Parlamento, o se sono solo slogan”, è il ragionamento. A tutto questo si aggiunge poi la questione della legge elettorale, “che va cambiata”. L’intesa sarebbe su un sistema proporzionale puro, o quasi, ma saranno alcuni tavoli futuri a stabilire le regole del gioco per eleggere il prossimo Parlamento.

Anche le richieste del Pd, (che in questo caso coincidono con quelle di Leu), in realtà, sono messe nero su bianco nel programma condiviso, laddove si specifica che il sì alla riduzione degli eletti è subordinato all’avvio “contestuale” di un percorso “per incrementare le opportune garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, assicurando il pluralismo politico e territoriale” e di una riforma “quanto più possibile condivisa in sede parlamentare, del sistema elettorale”.

A chiarire se “matureranno le condizioni” per procedere al taglio delle poltrone, secondo i dem, saranno le parole che il premier Giuseppe Conte pronuncerà nelle aule di Camera e Senato, e la conferenza dei capigruppo di Montecitorio che mercoledì organizzerà il calendario dei lavori. “Prima data utile non vuol dire settembre”, spiegano dal Nazareno. I pentastellati, però, puntano ad incassare l’ok prima dell’inizio dell’esame della manovra. Entro ottobre, quindi. I toni tra gli alleati sono chiari, ma all’orizzonte non ci sono ultimatum. Non ancora, almeno.

Reviews

Related Articles