La partita si chiuderàsolo la prossima settimana, dopo il voto di fiducia di Camera e Senato al neonato Conte bis, ma intanto continuano le trattative sui nomi di viceministri e sottosegretari che andranno a completare la squadra di Governo.
I nodi da sciogliere, più che tra ‘alleati’, sono interni ai partiti, con Giuseppe Conte che rivendicherebbe per sé solo la promozione, da segretario generale a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, di Roberto Chieppa, che lui avrebbe voluto nel ruolo poi andato a Riccardo Fraccaro. Tante le candidature, molte meno le ‘poltrone’ disponibili. Tra i dem Antonio Misiani è dato ancora all’Economia, Anna Ascani sarebbe in pole come viceministra all’Istruzione, Lia Quartapelle o Marina Sereni si contenderebbero gli Esteri e Giampaolo Manzella, assessore regionale allo Sviluppo del Lazio, stimatissimo da Nicola Zingaretti, potrebbe traslocare al Mise. Con “buone possibilità” vengono dati i senatori Luciano D’Alfonso, Franco Mirabelli (tranne se diventasse presidente dell’Antimafia con un ingresso di Nicola Morra al Governo), Simona Malpezzi e Salvatore Margiotta (cui i renziani vorrebbero affidare la delega alle Comunicazioni). Tra i deputati, a correre sarebbero invece, Mauro Del Barba, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini. Non più in Parlamento e ‘quotati’ per tornare al Governo, infine, Andrea Martella, Federico Gelli (alla Sanità), Marco Miccoli, Roberto Cociancich e Stefania Saccardi (ex vicepresidente della Regione Toscana). A palazzo Chigi, con delega all’editoria, potrebbe andare Walter Verini, mentre dai 5 stelle si fa il nome di Emilio Carelli.
In casa Cinque stelle, invece, Francesco D’Uva viene accreditato come viceministro della Cultura, Laura Castelli confermata numero due al Mef, Stefano Buffagni dato al ministero dei Trasporti (anche se il suo nome gira pure per l’Economia). Tra le conferme anche quella di Manlio Di Stefano agli Esteri e Luigi Gaetti all’Interno (si fa pure il nome del senatore Vincenzo Presutto), mentre – tra le new entry – ci sarebbero Luca Carabetta al Mise, Lucia Azzolina all’Istruzione, Giorgio Trizzino alla Sanità. Giuseppe Brescia potrebbe puntare anche alla delega per i Rapporti con il Parlamento.
Con l’ingresso nel Governo, poi, di D’Uva e Patuanelli, tra i pentastellati si aprirebbe la partita dei capigruppo, i cui mandati (della durata di 18 mesi da questa legislatura) sarebbero comunque scaduti entro aprile 2020. A Montecitorio il testa a testa sarebbe tra il vicecapogruppo Francesco Silvestri e Anna Macina, avvocatessa pugliese capogruppo in commissione Affari costituzionali che ha seguito in questi mesi i decreti Sicurezza (il suo nome, infatti, viene fatto anche per il Viminale). A palazzo Madama la dovrebbe spuntare uno tra il vice Gianluca Perilli e l’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi (anche se al ruolo di presidente dei senatori ambirebbe anche l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli).
Anche Liberi e Uguali è della partita. Sarebbero due le ‘caselle’ riservate, ma a contendersele sarebbero Arturo Scotto e Michela Rostan (per cui spinge Articolo 1), Erasmo Palazzotto (sostenuto da Sinistra italiana) e Rossella Muroni, che era stata proposta ministro e potrebbe andare all’Ambiente o alle Pari opportunità.