La piattaforma Rousseau benedice il Conte bis e il governo giallorosso prende forma. Il 79 per cento della base M5S dice sì all’alleanza con il Partito democratico, un voto praticamente plebiscitario, come lo definisce Luigi Di Maio, la cui forza dàuna accelerata anche tra le mura di palazzo Chigi. Ieri per tutta la giornata infatti sembra che la trattativa sia chiusa in una bolla. Alle 12 si sparge la voce di un incontro tra il premier incaricato Giuseppe Conte e i due responsabili dem del dossier ministri, Andrea Orlando e Dario Franceschini. Incontro smentito subito dopo, anche se contemporaneamente viene convocato nel primo pomeriggio il tavolo sul programma. Conte si concede infatti un’ora di pausa dal barbiere di via Margutta, per poi avviare le riunioni dopo le 16. Si procede, in attesa che la piattaforma di Davide Casaleggio si esprima su questa nuova alleanza e giudichi i 26 punti del programma, su cui in realtàancora non si è fatta una sintesi.
A Palazzo Chigi arrivano i capigruppo del Pd, Andrea Marcucci e Graziano Delrio, e quelli del Movimento, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, accompagnati da Vincenzo Spadafora (nome che ricorre spesso come sottosegretario al fianco di Conte). Poco prima delle 18, quando la consultazione pentastellata sta per chiudersi, varcano il portone della presidenza del Consiglio dei ministri Franceschini e Orlando, quest’ultimo fresco di post nel quale ha annunciato che non sarànell’esecutivo ma che rimarràalla dirigenza del partito.
Le delegazioni dei capigruppo rompono le righe, “il programma è di fatto chiuso, abbiamo consegnato tutto al presidente del Consiglio, che lo utilizzerànelle prossime ore”, conferma Marcucci. La strada è quindi spianata, Di Maio è convinto che questo governo “durerà5 anni” e Zingaretti plaude al lavoro fatto invitando tutti a credere nella “svolta che cambieràl’Italia”.
Ora Conte può sedersi al tavolo, quello della squadra dei ministri, e guardare finalmente al Colle più alto di Roma. Fino all’ultimo a palazzo sono circolate voci su una salita al Quirinale giànella serata di ieri, ma le caselle da riempire sono ancora tante. La riserva quindi dovrebbe essere sciolta questa mattina, confermano fonti qualificate, con Conte che potrebbe portare al capo dello Stato, Sergio Mattarella, l’accordo programmatico e la lista dei ministri. Nel timing però non è previsto un incontro tra Conte, Zingaretti e Di Maio, per suggellare l’avvio di questa esperienza. Una scelta, viene spiegato, di “discontinuità” con le abitudini gialloverdi, con i problemi da risolvere sempre appesi a un vertice tra i due leader di partito.