Manovra: rush finale per trovare le coperture, un’incognita ritocco Iva

Conto alla rovescia per la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza che approderà in Consiglio dei ministri lunedì alle 18.30 per essere poi inviata a Bruxelles. Il governo è a lavoro e ancora non è chiusa l’interlocuzione tra il governo giallorosso e Bruxelles sull’ipotesi di portare l’asticella del deficit al 2,2 per cento, gettando le basi per la manovra di ottobre. Un testo a cui guardano tutti i soci di questo esecutivo, con aspettative e desiderata diverse tra loro. Il tutto con l’incognita su come Giuseppe Conte intende conciliare una manovra espansiva e coraggiosa con “la rimodulazione” dell’Iva, togliendo nello stesso tempo “dalle spalle degli italiani la zavorra del possibile aumento, per 23 miliardi”. Sull’ipotesi di un ritocco dell’Iva intanto si sono alzati gli scudi di diverse associazioni come Confcommercio e Confesercenti che hanno bocciato qualsiasi intervento di incremento delle aliquote, perché avrebbero un “impatto economico certamente recessivo”.

Sono diverse quindi le nubi che sovrastano la legge di bilancio, attesa in Parlamento tra poco più di 15 giorni, ma Nicola Zingaretti rassicura gli alleati: “Il PD si sottrarrà ad ogni tentazione o metodo di guerriglia politica”. L’obiettivo del segretario Dem è infatti quello di eliminare i fattori di disturbo e instabilità fondati “sul prevalere dell’egoismo politico” e riconsegnare “protezione e speranza all’Italia che soffre, sostegno e fiducia all’Italia che cresce”. E su questo il Nazareno ha le idee chiarissime. “Vogliamo stanziare 50 miliardi di euro per i prossimi 15 anni per investimenti nell’economia verde, per favorire la riqualificazione energetica e sismica degli edifici pubblici e privati, la mobilità sostenibile e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili” anticipa Zingaretti. E anche “alzare gli stipendi a partire da quelli bassi e medi tagliando le tasse sul lavoro. Bisogna combattere più efficacemente l’evasione fiscale, incentivando i pagamenti elettronici e tracciabili”. Praticamente un canovaccio per la prossima manovra su cui il Partito democratico spera si lavori quando si redigerà il testo, mandando comunque un alert su quelle misure, come Quota 100, che lo stesso premier vuole conservare: “Con la prossima legge di bilancio bisognerà pagare i debiti fatti da Salvini e iniziare a costruire l’Italia del futuro”.

Intanto Matteo Renzi invoca la necessità di andare spediti: “Archiviata l’illogica pretesa di Salvini e le farneticanti dichiarazioni sull’euro dei suoi consiglieri ora bisogna correre. Perché abbiamo un’emergenza crescita molto seria. E va affrontata subito”. E il leader di Italia Viva in questa prospettiva non disdegna la soluzione di ridurre l’uso del denaro contante e incentivare l’uso delle carte di credito: “Se il Governo deciderà di incoraggiare la #monetadigitale attraverso sconti fiscali, dovremo fare una cosa in più. Cambiare la norma e abbassare le commissioni sulle carte di credito, che vanno dimezzate, stabilendo per legge un tetto massimo, senza alcun minimo per transazione”. Una mezza misura che non piace a Giorgia Meloni: “Non basta dimezzarle. Se volete imporre per legge l’uso delle carte di credito, le commissioni le dovete azzerare. Basta favori alle banche”. Anche Silvio Berlusconi non è d’accordo e giocando con la sua età e con quella della platea dei pensionati di Forza Italia, non risparmiando la stilettata: “”Noi vecchietti ci mettiamo un po’ a capire come si usano queste carte. Vogliamo la libertà di pagare come vogliamo. Perché noi paghiamo, i Cinquestelle non si sa…”

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