Nuovi modelli per materiali stampati in 3D: un progetto del Politecnico di Torino

Materiali leggeri e resistenti, adatti alla produzione di componenti per l’industria aeronautica, ma non solo. Oggi è teoricamente disponibile una nuova classe di materiali compositi laminati, costituiti cioè da numerosi strati di materiali differenti combinati tra loro attraverso un processo di manifattura additiva: i compositi Vat (Variable angle tow), in cui le fibre di materiale, generalmente carbonio, sono disposte secondo direzioni curvilinee. Una differenza sostanziale rispetto ai compositi a fibre dritte, che sono ampiamente applicati nella produzione (ad esempio, vengono correntemente impiegati per realizzare strutture aeronautiche).

I compositi Vat, rispetto a quelli lineari, presentano migliore resistenza e leggerezza. L’applicazione industriale di questa tecnologia però non è ancora possibile perché la loro stampa 3D, che avviene con processi automatici, produce inevitabilmente dei difetti indesiderati come sacche vuote, sovrapposizioni o disallineamento delle fibre. Il progetto PRE-ECO (a new Paradigm to RE-Engineering printed COmposites) propone un approccio radicalmente nuovo a questo problema ed è valso ad Alfonso Pagani, giovane assegnista di ricerca del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico di Torino, il prestigioso riconoscimento dell’Ue, Erc Starting Grant, con un finanziamento di quasi un milione e mezzo di euro in cinque anni. Lo riporta una nota dell’ateneo.

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