L’accordo sul nome ancora non c’è, ma M5S e Pd intendono andare avanti e blindare l’alleanza ‘civico-politica’ in Umbria. Il nome su cui i due alleati di Governo potrebbero trovare la quadra rimane quello di Francesca Di Maolo. La diretta interessata, avvocato di estrazione cattolica e presidente dell’istituto Serafico di Assisi, si trincera dietro un no comment: “Questo è il momento del pensiero, quando si corre in modo esagerato si producono delle conseguenze negative. E’ il momento della riflessione, per ora non ho dichiarazioni da fare”, si limita a dire. I contatti di M5S e Pd, viene spiegato, ci sono: “C’è la volontàdi chiudere, ma lei ci sta pensando perché non è che una molla tutto quello che ha in due ore – racconta chi segue il dossier -. Questo è anche sano”.
Tra Andrea Fora, prima sostenuto dal Pd, e la sindaca di Assisi Stefania Proietti, voluta dal M5S, l’accordo potrebbe arrivare su un nome terzo, anche se ancora non ci sono conferme ufficiali. I dem spingono per l’ok e rilanciano “la sfida di una alleanza civica e politica che possa vedere protagonisti anche le idee e i contenuti del Movimento 5 Stelle”. Una alleanza, sottolinea Walter Verini che segue la trattativa, che parta “dalle proposte per la vita degli umbri, per il futuro di questa regione”: una riconversione verde dell’economia. La trasparenza e la legalità, la lotta contro la povertà. Il lavoro e il sostegno alle imprese. Le grandi questioni della cultura, della scuola e della formazione inserite in progetti veri, concreti di una Italia di mezzo che superi confini amministrativi. Il Pd dell’Umbria, sottolinea il commissario dem, “ha condiviso con 5 Stelle l’idea di accogliere come guida di questo progetto personalitàdi grande spessore, di forza unificante, di innovazione”. Zingaretti saluta il tentativo come “un fatto positivo”, ma frena sul futuro: “Non c’è nessun automatismo, ogni regione dovràdecidere ma c’è la vocazione unitaria a provarci”.
Tra i 5 stelle, in realtà, non mancano i mal di pancia. “Hanno deciso gli iscritti. Io soffro sempre quando andiamo con qualcun altro – ammette Stefano Buffagni – Io non mi fido di Renzi, non mi fido di Salvini…”. A urlare all’inciucio, poi, il leader della Lega: “Gli umbri non apprezzeranno. E’ una porcheria basata sulla disperazione per salvare qualche poltrona. Amico Di Maio – prosegue, rivolgendosi al ministro degli Esteri -, sei passato dalla rivoluzione alle poltrone. Poltrone e sofà, massima solidarietàagli elettori Cinquestelle”.