Milano, 10 ott. (LaPresse) – Estensione ai casi di condanna o patteggiamento per i reati in materia di imposte sui redditi e Iva della cosiddetta confisca ‘per sproporzione’. Lo prevede la bozza del decreto fiscale collegato alla manovra. La proposta è volta a rendere applicabile l’istituto della confisca dei beni di cui il condannato non può giustificare la legittima provenienza e di cui risulta essere titolare o avere la disponibilitàa qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito. I risultati delle attivitàinvestigative e giudiziarie evidenziano, infatti, si legge nella bozza, che la capacitàoperativa e il potere delle organizzazioni criminali si fondano, principalmente, sull’abilitàdi accumulare, occultare e reimpiegare i proventi illeciti. Su tali basi, il legislatore ha ritenuto di superare il modello tradizionale di confisca diretta, delineato nel nostro ordinamento dall’art. 240 del codice penale. Tale misura, infatti, risulta raramente applicabile ai reati di natura economica per la concreta difficoltàdi individuare ex post, nel patrimonio del trasgressore, i proventi dell’attivitàdelittuosa, perché consumati o confusi con gli altri beni nella sua disponibilità, perché ceduti a terzi in buona fede, ovvero perché reinvestiti o anche solo artatamente occultati. Per rendere più sistematica e completa la disciplina delle misure di aggressione patrimoniale nel settore penale tributario si prevede di integrare le disposizioni contemplate dall’art. 12-bis del D.Lgs. n. 74/2000, al fine di ricomprendervi la confisca per sproporzione.