BOLOGNA – Settanta anni e ‘non sentirli’. Tanto da proporsi comunque all’Ausl di Bologna che sta cercando medici da reclutare per aumentare le forze necessarie alla campagna vaccinale. Peccato che non possa: il punto ‘e)’ della “Procedura d’urgenza per l’acquisizione di competenze professionali da utilizzare nell’ambito territoriale dell’Azienda Usl di Bologna per lo svolgimento di attività di sorveglianza sanitaria (contact tracing) e per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti Sars-Cov-2”, dice che la partecipazione “non è soggetta a limiti di età “, ma bisogna avere meno di 70 anni. Ma lei, Elena Montanari, non ci sta: ha fatto comunque domanda allegando un documento che chiede di non escluderla in base all’età . Laureata in Medicina, iscritta all’Ordine dei medici di Bologna ed “in possesso di tutti gli altri requisiti richiesti, ho deciso comunque e coscientemente di aderire al bando nonostante abbia già compiuto, da circa un mese, l’età di 70 anni, nella speranza che le mie argomentazioni vengano prese in considerazione”, scrive. E il suo ‘appello’ viene rilanciato dal sito dello Snami di Bologna.
“Trovo assolutamente discriminante e ingiusto questo limite di età per vari motivi: il bando è diretto esplicitamente anche ai ‘medici in quiescenza’ e quindi è palese che si tratti di medici ‘non più giovanissimi’, ma non per questo inabili per età ai lavori proposti, ma che desiderano mantenersi attivi”. E in Italia, dice ancora, il nostro presidente della Repubblica “compie quest’anno 80 anni e tuttora lavora dimostrandone le capacità . E anche il presidente del Consiglio neo-eletto inizia il nuovo incarico all’età di 74 anni e tutti ci auguriamo che lo svolga ancora per tanti anni”. Perché, domanda allora, un medico invece deve farsi da parte?
“Ritengo che un medico in buona salute e attivo possa ancora lavorare, se lo desidera, e poter dare il suo aiuto nella situazione di estrema gravità e urgenza in cui si trova oggi il nostro Paese”, dice Montanari sostenendo che “l’idoneità fisica e psichica, dovrebbe essere accertata nel corso della visita eseguita prima dell’immissione in servizio, non certo in base all’anagrafe”. Peraltro, “è palese che una persona di 70 anni oggi non è più quella di 30-40 anni fa”.
Dunque, conclude, “mi auguro che in base alle mie brevi considerazioni che potrebbero essere anche di più, ma anche e soprattutto tenuto conto della grave situazione in cui ci troviamo e al difficile reperimento di medici disponibili, possa essere presa in considerazione la possibilità per me e altri colleghi di entrare a far parte degli aderenti a questo bando”. E, detto questo, assicura la “disponibilità assoluta ad una presa in servizio immediata”, proprio come chiede il bando dell’Ausl.
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