Cingolani: “La transizione ecologica non è negoziabile, questione di vita o morte”

ROMA – “Il grande obbligo della transizione verso la sostenibilità non è solo preservare, l’ambiente, quella è una questione di vita o di morte, non è negoziabile, ma anche di dire anche che dobbiamo vivere in una società globale più giusta”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice partecipando, da remoto, alla presentazione della prima edizione del Master MATE – Management della Transizione Ecologica dell’Università di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con l’Associazione TES (Transizione ecologica solidale).

Come umanità “siamo in perenne transizione”, spiega Cingolani, “ma per la prima volta abbiamo una transizione dalla quale dipende il fatto che la nostra evoluzione continui, perché se non transiamo, se non riusciamo a fare bene le cose nei prossimi anni, rischiamo di avere impatti dal punto di vista ambientale, ma anche sociale, che ci faranno fare passi indietro importanti”. Ad esempio i limiti fisici come quelli relativi alle emissioni di anidride carbonica ma non solo, vanno rispettati, “altrimenti avverranno cambiamenti irreversibili che metteranno a repentaglio la nostra evoluzione”, avverte il ministro, di tratta di “un problema glocal”, come spiega spesso, la cui soluzione “dipende da prossimi anni”.

Ciò detto, segnala il titolare del MITE, “non esiste la possibilità di risolvere tutto in un istante, dobbiamo mettere in atto strategie progressive, ma abbiamo fretta”, perché “del tempo lo abbiamo perso in precedenza”, e “se non riusciremo a rispettare il budget della CO2 e contenere l’aumento delle temperature sotto i +1,5 gradi saranno i nostri figli che ora sono alle elementari a pagarne i danni”. Infatti, conclude Cingolani, “in passato pensavamo di proteggere un futuro remoto, ora no, è un futuro presente quello che dobbiamo proteggere, quello dei nostri figli”.

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