Decision against Operation Lava Jato judge strengthens Lula's speech

by Bianca Oliveira

SAO PAULO – After 2 years, the Supreme Federal Court concluded the vote on the partiality of Judge Sergio Moro in the sentencing of former President Luiz Inácio Lula da Silva, declaring that the magistrate was biased in the conduct of the process.

In a public note, the defense of the ex-president considered the decision as historical for the Brazilian justice and that it corroborates with the idea of political and personal persecution already presented by the lawyers: “The damage caused to Lula is irreparable, involved an illegal imprisonment of 580 days and had relevant repercussions even in the country’s democratic process. The decision handed down today strengthens the Justice System and the importance of due process”, said the lawyers.

The decision taken on Tuesday (23) took into account the fact that Moro accepted the invitation of President Jair Bolsonaro to take over the Ministry of Justice from January 2019, illegal interception disclosures and other measures that deny the right to an impartial judgment.

In the section, Minister Gilmar Mendes stated: “The legacy left by this case is the affirmation of the duty of the Brazilian Judiciary. Violence may even be able to exist, it may even reign supreme in the light of the shadows, but never – absolutely never – will it live or resist the force of Justice”.

Sergio Moro manifested himself this Wednesday afternoon (24) in a public note, saying that he feels “absolute tranquility” in relation to the correctness of his decisions and that “all the accused were treated in the processes and judgments with due respect, with impartiality , and without any animosity on my part, as judge of the case ”.

After Sergio Moro left the government in April 2020, the former judge was probed by political parties for a possible candidate for president of the Republic in the 2022 elections, seen as a center option to compete with Bolsonaro. With today’s decision, the name loses interest and opens space for the strengthening of Lula as a candidate, since the former president has now resumed his political rights.

BRASILE, CORTE SUPREMA: EX GIUDICE MORO FU PARZIALE CONTRO LULA

di Bianca Oliveira

SAN PAOLO – Dopo due anni, il Tribunale supremo federale del Brasile ha concluso che il magistrato Sergio Moro, protagonista dell’inchiesta anti-corruzione Lava Jato, ha agito con parzialità nel processo che ha portato alla condanna dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva.

In una nota, la difesa dell’ex presidente ha definito “storica per la giustizia brasiliana” la decisione assunta dal Tribunale, corroborando la tesi di una “persecuzione politica” contro Lula. “Il danno causato a Lula è irreparabile, ha comportato una reclusione illegale di 580 giorni e ha avuto ripercussioni rilevanti anche nell’impalcatura democratica del Paese” si legge nel comunicato. “La sentenza emessa oggi rafforza invece il sistema giudiziario e l’importanza del giusto processo”.

La decisione assunta dal Tribunale ha tenuto conto del fatto che Moro ha accettato l’invito del presidente Jair Bolsonaro ad assumere la carica di ministro della Giustizia nel gennaio 2019. Sono state considerate anche le segnalazioni di intercettazioni illegali e altre misure che negano il diritto a un giudizio imparziale.

Il giudice del Tribunale supremo Gilmar Mendes ha affermato: “L’eredità lasciata da questo caso è l’affermazione dei doveri in capo alla magistratura brasiliana. La violenza potrà anche esistere, potrà persino regnare sovrana alla luce del sole, ma mai – assolutamente mai – vivrà o resisterà alla forza della giustizia”.

Moro ha reagito alla decisione del Tribunale sottolineando di sentirsi “assolutamente sereno” rispetto alla piena correttezza delle sue decisioni. L’ex magistrato ha aggiunto: “Tutti gli imputati, nei processi e attraverso le sentenze, sono stati trattati con il rispetto dovuto, con imparzialità e senza alcuna ostilità da parte mia, in qualità di giudice di questi procedimenti”.

Dopo che Moro ha lasciato il governo nell’aprile 2020, era stato indicato dai partiti politici come possibile candidato alle elezioni presidenziali del 2022, in quanto ritenuto una valida opzione di centro per battere alle urne Bolsonaro. Con la decisione del Tribunale, si è invece rafforzata la candidatura di Lula, che ha ora riconquistato i suoi diritti politici.

DECISÃO CONTRA JUIZ DA LAVA JATO FORTALECE DISCURSO DE LULA

Por Bianca Oliveira

SAO PAULO – Após 2 anos, o Supremo Tribunal Federal concluiu a votação sobre a parcialidade do juiz Sergio Moro na condenação do ex-presidente Luiz Inácio Lula da Silva, declarando que o magistrado foi tendencioso na condução do processo.

Em nota pública, a defesa do ex-presidente considerou a decisão como histórica para a justiça brasileira e que ela corrobora com a ideia de perseguição política e pessoal já apresentada pelos advogados: “Os danos causados a Lula são irreparáveis, envolveram uma prisão ilegal de 580 dias e tiveram repercussão relevante inclusive no processo democrático do país. A decisão proferida hoje fortalece o Sistema de Justiça e a importância do devido processo legal”, afirmaram os advogados. “

A decisão tomada nesta terça-feira (23) levou em consideração o fato de Moro ter aceitado o convite do presidente eleito Jair Bolsonaro para assumir o Ministério da Justiça a partir de janeiro de 2019, divulgações ilegais de interceptação e outras medidas que negam o direito a um julgamento imparcial.

Na seção, o Ministro Gilmar Mendes declarou: “O legado deixado por este caso é a afirmação do dever do Poder Judiciário brasileiro. A violência pode até conseguir existir, ela pode até reinar soberana à luz das sombras, mas nunca – absolutamente nunca – ela viverá ou resistirá à força da Justiça”.

Sergio Moro se manifestou na tarde desta quarta-feira (24) em nota pública, dizendo que sente “absoluta tranquilidade” em relação aos acertos das suas decisões e que “todos os acusados foram tratados nos processos e julgamentos com o devido respeito, com imparcialidade, e sem qualquer animosidade da minha parte, como juiz do caso”.

Após a saída de Sergio Moro do governo, em abril de 2020, o ex-juiz foi sondado por partidos políticos para uma possível candidatura a presidente da República nas eleições de 2022, visto como uma opção de centro para concorrer com Bolsonaro. Com a decisão de hoje, o nome perde interesse e abre espaço para o fortalecimento de Lula como candidato, uma vez que o ex-presidente retomou agora seus direitos políticos. 

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