Risorse per oltre 1 mld di l’anno. Contratti di sviluppo per indotto
Roma, 9 feb. (askanews) – Il governo prepara un piano per rilanciare il settore auto. Tra le misure allo studio incentivi su base pluriennale destinati all’acquisto di veicoli, in particolare di auto non inquinanti. La proposta sarebbe emersa nel corso della riunione sull’automotive che si è tenuta a Palazzo Chigi. L’incontro, presieduto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, ha visto la partecipazione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, del titolare del ministero dei Trasporti e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. La riunione, secondo quanto riferito, sarebbe stata interlocutoria ma presto, ne seguiranno altre. Sul tavolo l’ipotesi di stanziare le prime risorse per il comparto auto già nell’imminente decreto contro il caro energia annunciato dal premier Mario Draghi. Fonti del Mise hanno spiegato che gli incentivi su base pluriennale servirebbero a garantire all’aziende dell’automotive un orizzonte temporale più ampio. Le risorse, pari a oltre 1 miliardo di euro l’anno, verrebbero destinate per tre quarti all’acquisto di vetture a bassa emissione (0-60) e per il restante quarto a veicoli con emissione fino a 135 grammi di C02 al chilometro. L’incentivo all’acquisto sarebbe valido con o senza rottamazione del vecchio veicolo. La seconda misura allo studio è destinata, principalmente, all’indotto con l’obiettivo di accompagnare i processi di riconversione industriale. Lo strumento individuato è quello dei contratti di sviluppo. La riunione a Palazzo Chigi arriva dopo il grido d’allarme lanciato, in modo congiunto, da Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm. In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio e ai ministri competenti imprese e sindacati hanno chiesto un incontro urgente per discutere del futuro del comparto alla luce di “un’emergenza che oscilla pericolosamente tra grandi opportunità e gravi rischi, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere l’occupazione e la presenza industriale del settore automotive: un patrimonio italiano”. E sono proprio i dati Istat a certificare lo stato di salute del settore: a dicembre la produzione industriale di autoveicoli è crollata del 12,3%, dato corretto per gli effetti di calendario, rispetto allo stesso mese del 2020. Nell’intero 2021 la produzione ha registrato un incremento dell’8,9% contro una crescita dell’11,8% dell’indice generale. Imprese e sindacati, nel loro documento congiunto, hanno ricordato che l’Unione europea ha previsto entro il 2035 lo stop alla vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio, confermata anche dal Governo italiano con la posizione del comitato interministeriale per la Transizione ecologica dello scorso dicembre. Questa misura, “se non accompagnata da interventi, potrebbe portare in Italia a una perdita di circa 73mila posti di lavoro, di cui 63mila nel periodo 2025-2030”.