Bosch: 2 mld euro per riqualificare dipendenti verso auto elettrica

La svolta verde del colosso tedesco della componentistica
Roma, 9 feb. (askanews) – Bosch, il principale produttore europeo di componenti auto, ha annunciato che intende investire nel complesso due miliardi di euro per riqualificare una parte dei suoi 400mila dipendenti, in modo da evitare una grande quantità di esuberi con lo spostamento della produzione dai motori a combustione alla tecnologia elettrica. Il gruppo tedesco, tra i più grandi datori di lavoro in Europa, negli ultimi cinque anni ha speso un miliardo di euro per addestrare i lavoratori impegnati sulle tecnologie tradizionali e intende impiegare “una somma simile” allo stesso scopo nei prossimi 5 anni, secondo quanto ha detto il suo capo delle risorse umane Filiz Albrecht. La cifra corrisponde a una spesa annua di 500 euro per ciascun dipendente. Bosch dal 1964 è di proprietà di una fondazione che spende i proventi dell’azienda in cause sociali. Le azioni sono custodite in una fiduciaria che ha come compito “la salvaguardia dell’esistenza dell’azienda nel lungo termine” e finora ha preferito conservare la costosa manodopera tedesca. I costruttori auto europei hanno dato all’allarme sulle conseguenze in termini di occupazione di una transizione rapida verso l’auto elettrica. Secondo il settore auto europeo l’obiettivo di rinunciare alle auto a benzina o diesel in Unione europea entro il 2035 potrebbe costare fino a 500mila posti di lavoro. Bosch per lungo tempo ha espresso contrarietà al progetto europeo, e lo scorso anno il suo numero uno di lungo corso Volkmar Denner ha chiesto all’Unione di “ripensare con urgenza” alle sue proposte, per salvaguardare posti di lavoro. Ma il suo successore Stefan Hartung, che si è insediato a inizio anno, ha detto che la l’azienda “sostiene questi obiettivi senza se e senza ma” e che Bosch farà la sua parte per il loro raggiungimento. “Questa è la norma”, ha detto ai giornalisti, riferendosi al Green New Deal Ue. “Questo è ciò che è stato approvato, giusto? Quindi lo rispettiamo”. “In termini concreti, questo significa lavorare a stretto contatto con i responsabili politici per implementare il Green Deal nella nostra attività in modo tale da non solo conservare il maggior numero di posti di lavoro possibile, ma anche crearne di nuovi”, ha aggiunto Hartung. “Per fare questo, abbiamo bisogno soprattutto di tempo”. In base i ai dati diffusi oggi, il gruppo con sede a Stoccarda lo scorso anno ha registrato un aumento dei ricavi del 10% a quasi 79 miliardi di euro, superando le previsioni e i numeri del 2019. L’Ebit è stato di 3,2 miliardi di euro e il margine di profitto è migliorato dal 2,8% al 4%. Tuttavia, il margine è inferiore rispetto a quello di alcuni dei concorrenti quotati in borsa di Bosch e ben al di sotto dell’obiettivo dell’azienda del 7,5%, evidenziando costi relativamente elevati. Tra di essi una forza lavoro tedesca ben retribuita di oltre 131.000 persone, circa la metà dei quali lavora su prodotti automobilistici. Nel 2020 le spese per il personale presso l’azienda sono ammontate a quasi 22,5 miliardi di euro, quasi 57.000 euro per dipendente Bosch in tutto il mondo. Albrecht ha affermato che Bosch ha investito in programmi di formazione per i dipendenti “in modo che gli ingegneri meccanici siano diventati sviluppatori di software e i lavoratori qualificati nella tecnologia di combustione siano stati riqualificati per lavorare nella mobilità elettrica”.

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