Inqualificabile tentativo di penalizzare il made in Italy
Roma, 8 feb. (askanews) – Il “Nutriscore fa di nuovo parlare di sé e sempre in negativo, con un altro inqualificabile tentativo di penalizzare le eccellenze italiane. Quello che era accaduto con l’inaccettabile bocciatura dell’olio extravergine (a cui era stata attribuita la categoria C contraddistinta dal colore giallo che segnala l’allerta sul consumo del prodotto oliva, ndr.) accade oggi al vino e alla birra per i quali Serge Hercberg propone la lettera F, il bollino nero. Siamo nella sfera del grottesco”. Questo il commento del presidente delle Città dell’Olio, Michele Sonness, sulla proposta di uno degli ideatori del Nutriscore di creare un bollino nero per tutte le bevande che contengano anche una minima percentuale di alcol. Durissime anche le parole di Dario Stefano: “da un sistema che boccia l’uso dell’olio extravergine di oliva come del parmigiano e che promuove al contempo la Coca Cola Zero non potevamo aspettarci altra proposta”, ha detto il promotore della legge sull’oleoturismo che ha anche affermato che solleciterà il ministro Patuanelli a rispondere all’interrogazione su Nutriscore presentata quasi un anno fa. “Il sistema di etichettatura a semaforo messo a punto dai francesi è un attacco alla cultura alimentare italiana e del Mediterraneo – spiega Sonnessa – dobbiamo introdurre tutte le misure necessarie per salvaguardare la nostra identità culturale agroalimentare. Come Città dell’Olio con i nostri partner in RECOMED (la Rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo che coinvolge 11 Paesi del Mare Nostrum, ndr.) siamo passati al contrattacco e abbiamo sottoscritto un documento chiaro e netto, in cui chiedevamo espressamente la classificazione A e la massima categoria nutritiva sia per l’olio extravergine di oliva che per l’olio d’ oliva, i cui benefici per la salute sono noti e ben documentati dalla ricerca scientifica”. L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha già autorizzato l’inserimento nell’etichettatura di tre indicazioni salutistiche con riferimento alla riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, la riduzione dello stress ossidativo e quale fonte di vitamina D. “Nutriscore perseverando nella scelta di attribuire la classificazione C all’olio, fa disinformazione consapevole ai consumatori, e questo per noi, non è più tollerabile”.