Congo, caso Attanasio: rischiano processo due dipendenti Pam

Inquirenti contestano reato di omicidio colposo
Roma, 9 feb. (askanews) – Non hanno previsto un sistema di sicurezza per proteggere la missione diplomatica. Per questo due funzionari del Pam-Programma alimentare mondiale rischiano il processo a Roma in relazione alla morte dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, avvenute in un tentativo di sequestro in Congo, nel parco del Virunga, il 22 febbraio dello scorso anno. Nei confronti dei due dipendenti della agenzia Onu si contesta il reato di omicidio colposo. L’atto di conclusione delle indagini è stato notificato oggi dai carabinieri del Ros. Gli accertamenti, nella Capitale, sono stati coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco. Secondo le accuse gli addetti in questione “avrebbero omesso, per negligenza, imprudenza e imperizia” ogni “cautela idonea a tutelare l’integrità fisica dei partecipanti alla missione Pam che percorreva la strada RN2 sulla quale, negli ultimi anni, vi erano stati almeno una ventina di conflitti a fuoco tra gruppi criminali ed esercito regolare”. I risultati dell’indagine dei magistrati di piazzale Clodio – si aggiunge – coincide di fatto con gli esiti dell’inchiesta interna dell’Onu. Secondo le contestazione i due indagati “avrebbero attestato il falso al fine di ottenere il permesso dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell’Onu, indicando la richiesta di autorizzazione della missione, al posto dei nominativi dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci quelli di due dipendenti Pam così da indurre in errore gli uffici in ordine alla reale composizione del convoglio e ciò in quanto non avevano inoltrato la richiesta, come previsto dai protocolli Onu, almeno 72 ore prima. Queste le prime accuse nei confronti dei dipendenti dell’agenzia Onu, Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza.

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