Ma non cala il numero dei decessi
Roma, 10 feb. (askanews) – Inversione di tendenza sul fronte coronavirus nel nostro paese. A certificarlo anche la Fondazione Gimbe che nel suo report settimanale parla, negli ultimi 7 giorni, di contagi in calo del 27,9%, e di una graduale seppur “lenta discesa” dei ricoveri in area medica (-7,7%) e delle terapie intensive (-11,2%), “ma non di calo del numero dei decessi”. Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, però, si assiste, sottolinea ancora Gimbe, ad un “ulteriore crollo” nelle fascia 5-11 (-35,2%) e negli over 50 (-41,6%) e di tamponi ridotti del 15,5%. Dati, quindi, secondo la Fondazione, che “legittimano un cauto ottimismo ma non mosse azzardate”. Più nel dettaglio, il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva, nella settimana 2-8 febbraio, una riduzione dei nuovi casi di 250 mila unità , “sia per la minore circolazione del virus, sia per la riduzione dei tamponi”. In 70 province l’incidenza resta, comunque, superiore ai 1.000 casi per 100.000 abitanti. Scendono anche i ricoveri in terapia intensiva (-173) e in area medica (-1.536), mentre rimangono stabili i decessi (+0,2%) che continuano a registrare “numeri elevati” (2.587). L’85,4% della popolazione ha, comunque, ricevuto almeno una dose di vaccino e l’82% ha completato il ciclo vaccinale. 7,1 milioni di persone non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 1,8 milioni guarite da meno di 180 giorni e 5,3 milioni vaccinabili. Il tasso di copertura di terze dosi è arrivato all’83,5% “con nette differenze regionali”. Questo mentre, nonostante l’obbligo imminente per accedere ai luoghi di lavoro, crollano i nuovi vaccinati nella fascia over 50. “Eccesso di ottimismo e disinformazione non contrastano l’esitazione vaccinale – nota nel suo Report Gimbe – e rischiano di legittimare decisioni rischiose come l’abolizione delle mascherine al chiuso”. Roma, 10 feb. (askanews) – “Siamo nella fase discendente della quarta ondata – conclude il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – ma la riduzione della circolazione del virus è sovrastimata da una minore attività di testing, il calo della pressione sugli ospedali è lento e spesso irregolare e la curva dei decessi ancora non accenna a scendere. A fronte, però, di elevate coperture vaccinali, booster incluso, e dell’arrivo della primavera, i dati legittimano un cauto ottimismo finalizzato al graduale allentamento delle misure”. “Tuttavia, con l’avvicinarsi della scadenza dello stato di emergenza, la cui estensione non è più giustificabile in Parlamento, – spiega ancora Cartabellotta – si stanno insinuando nel dibattito scientifico e politico termini che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale: dalla circolazione endemica del virus addirittura all’imminente fine della pandemia. Distorsioni della realtà molto pericolose – conclude – perché eccesso di ottimismo e disinformazione se da un lato non aiutano a contrastare l’esitazione vaccinale, dall’altro rischiano di legittimare decisioni azzardate e rischiose, come la decadenza dell’obbligo di mascherina negli ambienti chiusi”.