Il vescovo di Caltanissetta scrive a Musumeci: “Politica lontana dai cittadini, attenti alla Sanità a Caltanissetta”

PALERMO – “È notizia di questi giorni che dai finanziamenti del Pnrr circa 800 milioni di euro sono riservati alla sanità siciliana per un piano costruzione di ospedali, ‘case di comunità‘ e altre ristrutturazioni che riguardano alcune zone della Sicilia. Ciò che tuttavia più mi preoccupa di questo piano generale di ‘ristrutturazione’ della sanità isolana è la paventata decentralizzazione dell’Asp di Caltanissetta, a vantaggio di realtà territoriali più vicine dalle quali Caltanissetta andrebbe a dipendere. In un momento in cui la nostra struttura sanitaria, non soltanto l’ospedale Sant’Elia della città ma tutta l’azienda ospedaliera, esprime un lodevole massimo sforzo con risorse minime, un’azione del genere toglierebbe ogni possibilità di sviluppo e di rilancio, anzi piuttosto che offrire la possibilità di un deciso salto di qualità, l’attuazione di questo ipotizzato progetto equivarrebbe ad un affossamento e deprezzamento della popolazione di questo territorio”. Lo scrive il vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, in una lettera inviata al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

“Non può la politica intervenire con l’accetta amputando servizi essenziali in un territorio centrale, senza tenere conto delle reali esigenze di una struttura che, nonostante l’impegno dei suoi dipendenti, necessita di essere rafforzata e di usufruire della concreta attenzione da parte delle istituzioni – si legge -. Ci ritroviamo invece davanti ad uno squallido spettacolo in cui gli attori principali non sono i cittadini ma i politici che poco sanno dei loro stessi elettori e, ‘forse’ cercano soltanto di incrementare i loro propri bacini elettorali”.

Secondo Russotto “questo preoccupante iato accresce la distanza tra il bacino di utenza e le strutture sanitarie, sempre più intasate non soltanto a causa dell’emergenza Covid, che ne ha mostrato tutte le fragilità, ma per una strutturale deficienza che si perpetua ormai da più di venticinque anni di tagli e di interventi scellerati”. “Ma lo iato non è soltanto tra l’utenza e la struttura sanitaria pubblica – si legge ancora nella lettera -. Esso si allarga investendo il rapporto tra gli stessi utenti, cioè i cittadini, e le istituzioni, e dunque voi che le rappresentate. La disaffezione alla politica è ormai endemica nella nostra popolazione e, ve lo assicuro, si percepisce molto sentendo le voci delle persone, che lamentano e denunciano la vostra dimenticanza. A queste voci aggiungo la mia”.

Il vescovo di Caltanissetta poi conclude: “Non posso tacere di fronte alla situazione attuale e a quella che si rischia di realizzare! Caltanissetta non è disposta a subire ancora ma vuole rinascere e rilanciarsi, usufruire al meglio dei servizi e potere sperare più serenamente nel futuro”.

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