Istat: lieve calo dei libri pubblicati, ma crescono i lettori

Il 41,4% ha letto almeno un libro nel 2020 (+3% sul 2019)
Milano, 7 feb. (askanews) – Nel 2020 sono in diminuzione sia i libri pubblicati (-2,6% sul 2019) sia le tirature (-7,2%). Resta sostanzialmente stabile il prezzo medio di copertina mentre aumenta la distribuzione mediante i canali on-line. Il 41,4% della popolazione di 6 anni e più ha letto almeno un libro nell’ultimo anno, dato in lieve aumento rispetto al 2019 (+3%). Il 73,6% dei lettori legge solo libri cartacei, il 9,4% solo e-book o libri on line mentre lo 0,3% ascolta solo audiolibri. Il 16,6% utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale, audiolibro). Sono questi i principali dati contenuti nel report dell’ISTAT su “Produzione e lettura di libri in Italia”, riferito all’anno 2020. Il 2020 – spiegano dall’ISTAT – ha messo a dura prova il comparto di fronte all’irrompere dell’emergenza pandemica. Nonostante tutto, a differenza di altri settori nei quali l’offerta culturale e di spettacolo è stata fortemente colpita, le imprese e istituzioni che svolgono attività editoriale hanno mostrato una sostanziale tenuta. Nel 2020 sono 1.735 le imprese e istituzioni censite che producono libri a stampa come attività principale. Di queste, il 9,5% sono enti o istituzioni non profit e il 6,4% non ha pubblicato alcuna opera (4,2% nel 2019). Tra gli editori attivi nel 53,0% dei casi si tratta di “micro-editori” (con una tiratura di non più di 5mila copie), nel 38,1% di piccoli editori (tiratura massima di 100mila copie), nel 6,8% di medi editori (tiratura non superiore a un milione di copie) mentre il 2,1% è costituito da grandi editori (tiratura superiore a un milione di copie). I “grandi” editori realizzano invece quasi un terzo (30,2%) della produzione libraria in termini di opere pubblicate e il 71,3% in termini di tiratura. Accanto agli operatori di maggiori dimensioni, l’ampia e variegata platea di piccoli, micro e medi editori contribuisce per il 69,8% all’offerta dei titoli pubblicati e per quasi un terzo (28,7%) alla tiratura. In media, se i micro e i piccoli editori hanno pubblicato rispettivamente 9 e 46 titoli nell’anno, i medi editori hanno prodotto 228 opere librarie e le grandi case editrici 780. Con 82.719 opere librarie pubblicate, il 2020 evidenzia una lieve flessione della produzione editoriale nel primo anno segnato dal Covid-19 (-2,6% in totale). La diminuzione delle opere riguarda soprattutto la pubblicazione di edizioni successive (-6,8% sul 2019), mentre c’è una lieve diminuzione delle nuove edizioni (-2,2%) e delle ristampe (-2,1%). La flessione è maggiore in termini di quantità di copie stampate: il calo della tiratura complessiva rispetto al 2019, pari al 7,2%, ha coinvolto soprattutto le nuove edizioni (-9,3%) e le edizioni successive (-13,4%), mentre ha inciso lievemente sulle ristampe (-2,0%), segno di una maggiore valorizzazione del catalogo da parte degli editori. Viceversa, il genere più colpito in termini di tiratura, rispetto al 2019, è quello scolastico (-28,2%). Le opere di genere per ragazzi (comprendenti quelle per bambini) evidenziano invece un forte incremento (+16,5%). In controtendenza anche la micro editoria che manifesta un aumento sia delle opere pubblicate (+12,9%) sia della tiratura complessiva (+8,8%) . L’iniziale chiusura delle librerie, e le misure di contrasto alla pandemia adottate nel corso dell’anno, hanno portato una quota di invenduto appena più alta dell’anno precedente: nel 2020 il 24,8% degli operatori del settore dichiara giacenza e reso per oltre la metà dei titoli pubblicati (22,1% nel 2019). Tale quota è maggiore per i micro (27,5%) e i piccoli editori (20,1%), abbastanza significativa per i medi (13,5%) e molto più contenuta (solo il 6,3%) per i grandi editori. Per quanto riguarda la lettura, invece, nel 2020 aumenta leggermente la quota dei lettori rispetto all’anno precedente: sono il 41,4% delle persone di 6 anni e più (+1,4 punti percentuali). A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era al 38,6%, l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 46,8% per poi diminuire di nuovo e tornare, nel 2016 (40,5%), intorno al livello del 2001. Si registra stabilità fino al 2019 e poi una crescita nel 2020. La quota più alta di lettori continua a essere quella dei giovani: ha letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali il 58,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Tuttavia, in questa fascia di età i lettori sono diminuiti negli ultimi 10 anni di 6,8 punti percentuali. Tra uomini e donne continua a persistere un divario rilevante. Nel 2020 la percentuale delle lettrici è del 46,4%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2019, e quella dei lettori è al 36,1%. Il divario si manifesta dal 1988, anno in cui risultavano lettori il 39,3% delle donne rispetto al 33,7% degli uomini. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 24 anni (oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno). La quota di lettrici scende sotto la media nazionale dopo i 60 anni, mentre per i maschi è sempre inferiore al 50% tranne che per i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni.

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