Decisivo software di riconoscimento facciale. Caccia al complice
Milano, 9 feb. (askanews) – Finisce il carcere il presunto responsabile del tentato omicidio di un poliziotto che il 25 settembre scorso, mentre era libero dal servizio, insieme a un amico era intervento per bloccarlo dopo che la rapina di una ragazza lungo via Massimo d’Azeglio a Milano. In manette è finito un italiano di 26 anni, residente a Quarto Oggiaro, quartiere all’estrema periferia Nord del capoluogo lombardo, e già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. L’arresto del 26enne costituisce il coronamento delle indagini condotte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura di Milano. Nella rapina alcune persone rimaste ferite: due uomini, di cui uno armato di coltello, avevano portato via la borsa e due collanine a una turista statunitense di 29 anni che si trovava in compagnia di un ragazzo di 28 anni. Il poliziotto, 29enne pure lui, libero da servizio, visti i due ragazzi inseguire i rapinatori, era subito intervenuto riuscendo a bloccare l’uomo con il coltello che, tuttavia, è riuscito a liberarsi dalla presa accoltellando con violenza i entrambi i giovani all’addome e al fianco. Il poliziotto, ricoverato in codice giallo al Niguarda, aveva riportato 7gg di prognosi e il 28enne, ricoverato in verde al Fatebenefratelli, era stato dimesso con una prognosi di 30 giorni. Per risalire al presunto responsabile gli investigatori della Squadra Investigativa del Commissariato Garibaldi Venezia hanno incrociato tabulati telefonici, analizzato i filmati delle telecamere comunali di sorveglianza e ascoltato delle persone coinvolte nella vicenda. Decisivo è stato anche il software di riconoscimento facciale utilizzato dagli esperti della Polizia Scientifica. Le indagini proseguono per risalire all’altro responsabile della rapina alla giovane statunitense.