Astronomia, con Hubble alla scoperta delle più lontane galassie

Disponibile la più grande immagine del cielo nel vicino infrarosso
Roma, 8 giu. (askanews) – Un team internazionale di scienziati ha rilasciato la più grande immagine nel vicino infrarosso mai “scattata” dal telescopio spaziale Hubble, che permetterà agli astronomi di indagare regioni di formazione stellare nell’universo e scoprire come hanno avuto origine le prime e più lontane galassie. Denominata 3D-Dash, questa survey ad alta risoluzione consentirà ai ricercatori di trovare oggetti rari e nuovi target per osservazioni di follow-up con il James Webb Space Telescope (Jwst). “Dal suo lancio, avvenuto più di 30 anni fa, il telescopio spaziale Hubble ha guidato un ‘rinascimento’ nello studio di come le galassie sono cambiate negli ultimi 10 miliardi di anni dell’universo”, dice Lamiya Mowla dell’Università di Toronto, prima autrice dello studio. “Il programma 3D-Dash estende l’eredità di Hubble nell’imaging su una vasta area di cielo in modo che possiamo iniziare a svelare i misteri delle galassie oltre la nostra”. Per la prima volta, – si legge su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – 3D-Dash fornisce ai ricercatori una survey completa nel vicino infrarosso dell’intero campo Cosmos, uno dei campi più ricchi per gli studi extragalattici. Fino a oggi, un’immagine così grande era disponibile solo da terra e soffriva di una scarsa risoluzione, piuttosto limitante in termini di ciò che si può osservare. 3D-Dash aiuterà a identificare fenomeni unici come le galassie più massicce dell’universo, i buchi neri particolarmente attivi e le galassie sul punto di scontrarsi e fondersi l’una con l’altra. Per mappare una porzione di cielo così ampia, i ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica nota come Drift And SHift (Dash, appunto). Dash crea un’immagine che è otto volte più grande del campo visivo standard di Hubble catturando più scatti che vengono poi “cuciti” insieme in un mosaico; è un po’ come scattare una foto panoramica su uno smartphone. Con questa tecnica inoltre le immagini vengono acquisite più velocemente del solito, scattando otto foto per orbita di Hubble invece di una sola, ottenendo in 250 ore ciò che in precedenza avrebbe richiesto 2mila ore. “3D-Dash aggiunge un nuovo livello di osservazioni uniche nel campo Cosmos ed è anche un trampolino di lancio per le survey spaziali del prossimo decennio”, spiega Ivelina Momcheva del Max Planck Institute for Astronomy. “Ci offre un’anteprima delle future scoperte scientifiche e ci consente di sviluppare nuove tecniche per analizzare questi grandi set di dati”. 3D-Dash copre un’area totale pari a quasi sei volte la dimensione della Luna nel cielo vista dalla Terra. È probabile che questo record non venga intaccato dal successore di Hubble, Jwst, che è invece costruito per catturare i minimi dettagli di una piccola area, con una migliore sensibilità. Quella che è stata rilasciata è la più grande immagine del cielo nel vicino infrarosso fino al lancio della prossima generazione di telescopi nel prossimo decennio, come il Nancy Grace Roman Space Telescope ed Euclid. Fino ad allora, ricercatori e astronomi amatoriali possono esplorare i cieli utilizzando una versione online interattiva dell’immagine 3D-Dash creata da Gabriel Brammer, del Cosmic Dawn Center del Niels Bohr Institute, Università di Copenaghen.

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