ROMA – “Nessuna lista di proscrizione. No, un’indagine conoscitiva”. La vicepresidente del Copasir, Federica Dieni prova a spegnere le polemiche sull’eventuale indagine del Comitato parlamentare per la sicurezza, per individuare i parlamentari, opinionisti, manager e giornalisti vicini alle posizioni del leader russo Vladimir Putin emersa da un articolo del Corriere della Sera.
“Il Copasir- ha detto all’agenzia Dire, la deputata 5 Stelle- non si occupa di portare avanti indagini, non è una commissione d’inchiesta. Quello si cui stiamo lavorando è un approfondimento conoscitivo a 360 gradi sul tema della disinformazione sul conflitto in Ucraina, per cui sono previste diverse audizioni. Il nostro obiettivo è solo questo”. “È un lavoro agli inizi- ha spiegato ancora Dieni- quando sarà concluso, stileremo una relazione che verrà in parte resa pubblica”. “A livello personale- ha concluso la vicepresidente del Copasir- sono sorpresa che siano usciti pubblicamente questi nomi, noi del Copasir, non siamo in possesso di nessuna lista e non abbiamo il potere di farle”.
URSO: “NO INDAGINI COPASIR, STAMATTINA REPORT DEI SERVIZI CHE RESTA SEGRETO”
“In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica rileva di non aver mai condotto proprie indagini su presunti influencer e di aver ricevuto solo questa mattina un report specifico che per quanto ci riguarda, come sempre, resta classificato”. Lo rende noto il presidente del Copasir, senatore Adolfo Urso. “Peraltro – aggiunge il presidente del Copasir – il Comitato si attiene sempre scrupolosamente a quanto previsto dalla legge 124/2007, non è una Commissione di inchiesta ma Organo di controllo e garanzia; non ha poteri di indagine ma ottiene informazioni dagli organi preposti, nel corso di audizioni o sulla base di specifiche richieste, anche al fine di realizzare, ove lo ritenga, relazioni tematiche al Parlamento. Con queste procedure ha attivato l’indagine conoscitiva “sulle forme di disinformazione e di ingerenze straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica”, della quale ha dato comunicazione ai presidenti delle Camere e nella pubblica agenda dei propri lavori. Il Comitato, inoltre, agisce sempre con il vincolo della segretezza, a cui rigorosamente si attiene, e quando comunica lo fa solo sulla base di precise deliberazioni nelle modalità prescritte dalla legge. Auspica, pertanto, soprattutto su questa vicenda, che vi sia sempre una corretta attribuzione e riconoscibilità delle fonti – conclude Urso- proprio al fine di garantire quella libera e corretta informazione che è alla base della nostra democrazia, e che ciascuno si attenga alle proprie responsabilità, nella piena e leale collaborazione tra gli organi dello Stato”.
BORGHI (PD): “PROPAGANDISTI FILO RUSSI CI SONO, ULTIMI DUE SU LA7”
“Disinformazione, propaganda, fake news, tentativi di manipolazione dell’opinione pubblica in Italia e nelle democrazie liberali… È la cosiddetta dottrina Gerasimov sulla guerra ibrida, sulla guerra non convenzionale. È questo che sta combattendo e cerca di disvelare il parlamento italiano attraverso il Copasir”, dice Enrico Borghi, deputato, membro del Copasir e responsabile politiche per la sicurezza della segreteria del Partito democratico ai microfoni di Radio Immagina, la web radio dem. Borghi ripete: “Nessuna censura, nessun ruolo improprio rispetto ai mass media, ma difesa delle istituzioni repubblicane in stretta connessione con gli altri Paesi europei e con gli Stati uniti che vivono simili tentativi di infiltrazione. Ed è su questo che lavorano, con una intensa collaborazione internazionale, i nostri servizi di intelligence”.
Per l’esponente dem “l’ultimo esempio di questo tentativo di manipolazione lo abbiamo visto in onda ieri sera con due propagandisti filo-Putin, peraltro già sanzionati dall’Unione europea, che hanno trovato un palcoscenico nella trasmissione ‘Non è l’Arena’. Ecco contrastare la disinformazione – puntando su strategie comuni con altri Paesi, per questo il Copasir ha intrapreso una serie di missioni in Europa e negli Stati uniti – avviando azioni preventive è un dovere per difendere la nostra democrazia da tutte le dottrine Gerasimov del pianeta”, conclude Borghi
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