Pochi screening oncologici, tasso depressione fino a dieci volte piĂą alto
Roma, 7 giu. (askanews) – Pochi screening oncologici, un tasso di depressione fino a dieci volte piĂą alto rispetto alla popolazione generale e stili di vita poco salutari. Sono questi i principali dati preliminari che emergono dallo “Studio sullo stato di salute della popolazione transgender adulta in Italia” condotto dall’ISS in collaborazione con centri clinici distribuiti su tutto il territorio nazionale e associazioni/collettivi transgender. Alcuni dei risultati di questo studio sono stati presentati oggi, all’Istituto Superiore di SanitĂ , nel corso del convegno “Stato dell’arte e prospettive future nella promozione del benessere e della salute delle persone transgender” organizzato con l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali (UNAR) – Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Per l’UNAR la salute e il benessere delle persone transgender sono temi prioritari su cui stiamo lavorando da tempo – afferma Loukarelis, Direttore dell’UNAR, sia in termini di Strategia nazionale LGBT – in termini di progettualitĂ per politiche che includono anche gli aspetti di inserimento lavorativo. Tale sforzo sarĂ confermato e rafforzato nella nuova progettualitĂ dei fondi europei concordati con l’UE fino al 2027”. Dallo studio, che mostra l’importanza di un’azione sanitaria specifica su questa fascia di popolazione, emerge soprattutto la difficoltĂ di accedere ai servizi sanitari, in particolare agli screening oncologici, con la percentuale di chi si sente discriminato che arriva al 46%. Soltanto il 20% delle persone transgender assegnate femmina alla nascita esegue il pap-test, mentre soffre di depressione circa il 40% delle persone transgender e il 60% dei casi del campione analizzato dichiara di non fare attivitĂ fisica. “Questi numeri mostrano quanto sia urgente nell’ambito dei servizi sanitari costruire una formazione specifica del personale che lavora in ambito sanitario – dice Marina Pierdominici dell’Iss, responsabile scientifico dello studio sullo stato di salute della popolazione transgender -. Il corretto accesso ai servizi sanitari in questa fascia di popolazione è il motore della prevenzione e il suo funzionamento – continua la Pierdominici – riguarda sia la sensibilizzazione della popolazione transgender rispetto all’importanza della tutela della salute sia la competenza del personale sanitario coinvolto nell’azione di prevenzione”. La mancanza di conoscenza sulla salute transgender da parte del medico e l’utilizzo di una terminologia inappropriata sono le criticitĂ piĂą frequentemente riscontrate dagli utenti nell’interazione con il medico. Una survey tuttora in corso mostra, dai dati preliminari, come gli stessi medici sottolineino la necessitĂ di una formazione specifica sugli aspetti di salute legati all’identitĂ di genere che non è attualmente parte del curriculum di studi universitario. Proprio a questo proposito, entro il 2023, saranno disponibili sulla piattaforma dell’ISS corsi di formazione specifici rivolti al personale medico e sanitario ai fini rendere efficaci le azioni di salute pubblica anche rispetto a questa fascia di popolazione.