Sustainability manager: cinque storie di cervelli di ritorno

Dalle esperienze all’estero al lavoro in Italia grazie alla sostenibilità
Milano, 7 giu. (askanews) – Anni di esperienza all’estero, poi il rientro e una nuova opportunità professionale, nella filiale italiana di una azienda tedesca, grazie alla crescita della consapevolezza in sostenibilità ambientale e quindi ad un mercato del lavoro in cerca di nuove professionalità. Sono cinque storie di “cervelli di ritorno” quelle di Lisa, Francesca e Cecilia, Abdulla e Ivano: percorsi diversi, a partire dalla formazione, ma dopo molti anni all’estero scelgono di tornare in Italia lavorando come sustainability manager a ClimatePartner Italia. Fondata a Monaco, in Germania, nel 2006, l’azienda ha aperto recentemente i suoi uffici anche a Milano con l’obiettivo di affiancare le imprese nel percorso di riduzione del loro impatto climatico misurando le emissioni ed elaborando soluzioni fino al raggiungimento della carbon neutrality. Due terzi degli impiegati sono donne e il team ha un’età media di circa 30 anni. “Desideravo lavorare per una società che segue tematiche ambientali e che ha aperto un ufficio in Italia, dove la voluntary climate action non è ancora mainstream” è il racconto di Lisa Mazzon, non ancora trentenne, una laurea magistrale in finanza. Dopo aver lavorato per una società fintech a Zurigo, Lisa ha deciso di tornare “per recuperare la vicinanza alla famiglia e cogliere l’opportunità di portare la climate action in un mercato ancora vergine”. Il suo pensiero è condiviso da Francesca Milani, laurea in economia e un passato oltre confine in una multinazionale della moda: “Il valore aggiunto della vita in Italia? Qualità della vita, possibilità di avere i miei familiari accanto – spiega – Ma non è tutto, dove vivevo prima era difficile parlare di sostenibilità alle aziende perché questi aspetti erano trattati prevalentemente nelle sedi centrali”. Con i suoi 26 anni, Cecilia Litta Modignani è la più giovane del gruppo nonché l’unica a portare nel curriculum una formazione umanistica, con una laurea triennale in Filosofia conseguita alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Etica applicata alla Ruhr Universitat di Bochum, in Germania. “L’insoddisfazione per il mio lavoro mi ha spinta a cercare altri sbocchi professionali nel settore della sostenibilità – spiega – Avendo già vissuto in quattro Paesi diversi ho deciso di mettere a frutto le esperienze maturate all’estero qui in Italia”. Presso ClimatePartner, Cecilia ha trovato l’occasione che cercava. Un’opportunità tutt’altro che scontata. “La sostenibilità a sé stante non esiste – prosegue – è sempre da considerarsi all’interno di uno specifico campo di applicazione, per questo è difficile generalizzare. Purtroppo non sempre le aziende danno priorità a questo aspetto nelle decisioni su budget e investimenti”. La cose, però, stanno cambiando in fretta: “In Italia cresce la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità nel mondo degli affari – Abdulla Moustafa, ingegnere ventinovenne con un passato da consulente in Olanda nel settore dell’economia circolare – In questo quadro, inevitabilmente, crescono anche le opportunità di lavoro”. Insomma, la sostenibilità “dà davvero da mangiare”, conferma, Ivano Assenza, 34 anni, laurea in Economia all’Università del Kent. Già Account Manager per aziende come Microsoft, Hewlett-Packard, Softonic ed Expedia, Ivano è rientrato in Italia con le idee chiare: “La sostenibilità è il futuro – dice – ed è destinata a fare parte del nostro modo di vivere e di lavorare così come dell’approccio mentale delle generazioni attuali e future. Da tutto questo nasceranno tantissime opportunità trasversali, sta solo a noi decidere come e quando”. La vita all’estero appartiene ormai al passato. Restano i ricordi. E la consapevolezza che qualcosa inevitabilmente mancherà. La certezza, in ogni caso, è che gli anni vissuti altrove rappresentano per tutti una risorsa dal valore inestimabile. E il bagaglio di conoscenze accumulate mette ora i cinque giovani manager nelle condizioni di poter fornire preziosi suggerimenti ai ragazzi e alle ragazze ancora più in erba, che oggi sono all’università. Quali? “Seguire la propria passione” innanzitutto. E, soprattutto, non avere mai paura di fare errori. Anzi. “Sbagliare prima è importantissimo per identificare meglio il proprio percorso”, sottolinea Ivano. “Siamo in momento storico dove tutto è possibile, se c’è veramente qualcosa che ti appassiona non devi aver paura di scegliere quella strada. L’importante è che tu capisca cosa è veramente giusto per te in base alla tua personalità, al tuo modo di essere e ai tuoi valori”. (nella foto: il team di ClimatePartner Italia)

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