Creare un sistema organico

Ridare organicità e sistematicità al nostro modello tributario, semplificando l’intera materia, è l’obiettivo principale. La legge delega che presenteremo in Consiglio dei ministri la prossima settimana è strutturata in quattro parti: nella prima metteremo in evidenza quelli che sono i principi generali che sono riferibili sia all’ordinamento interno sia a quello sovranazionale; lavoreremo sullo Statuto del contribuente per far sì che possa diventare una legge tributaria generale; incideremo sui singoli tributi, correggendo le anomalie che nel corso del tempo si sono verificate; tratteremo, infine, la parte dei procedimenti dichiarativi di accertamento, sanzionatori e riscossori». Lo ha annunciato Maurizio Leo, viceministro dell’economia e delle finanze, nel corso del convegno «2023 l’evoluzione delle professioni, rapporto tra amministrazione pubblica e professionisti», promosso dall’Associazione nazionale commercialisti. «La legge delega sarà completata elaborando dei testi unici organici – ha proseguito il viceministro del Mef – per evitare la presenza di norme disseminate qua e là nel nostro ordinamento dando corso ad un ‘codice’ organico che sarà composto da una parte generale, in cui saranno racchiusi i principi generali, lo Statuto del Contribuente, l’accertamento, le sanzioni le riscossioni e il contenzioso e infine una parte speciale che sarà rappresentata dagli aspetti sostanziali quindi dai singoli tributi. Un lavoro impegnativo e ambizioso – ha concluso Leo – che dovrà necessariamente arricchirsi del confronto con i professionisti». Ad aprire il confronto con il governo e i parlamentari è stato Marco Cuchel, numero uno di Anc: «Avrei preferito che per una riforma così importante come quella del Fisco si fosse scelta la strada della proposta di legge elaborata sentendo tutti i protagonisti, in special modo i professionisti. Con la delega fiscale temo che possano esserci problemi o ripensamenti in fase attuativa. Ad ogni modo ritengo necessario che la legge delega preveda una semplificazione consistente all’insegna dell’equità orizzontale e maggiori certezze normative per favorire gli investimenti e rilanciare, così, l’economia del Paese. Aspettiamo di vedere come saranno rimodulate le aliquote e quali detrazioni e deduzioni verãÿïïï eliminate poiché ci dovrà essere un equilibrio tra benefici fiscali e sostenibilità economica e vediamo quale impatto effettivo si avrà sull’intero sistema. Oggi la fiducia degli italiani nel fisco è molto bassa. L’unico modo per ristabilire il giusto rapporto è quello di fissare regole certe, chiare, mantenute nel tempo, che siano il risultato di un dialogo anche con i commerci alis ti ». Altra criticità da superare per dare impulso alla ‘Riforma’ riguarda i limiti alla crescita prodotti dalle difficoltà dei sistemi giudiziari che sono stati sottolineati da Andrea Delmastro (sottosegretario al ministero della giustizia: «I grandi malati del nostro sistema sono la giustizia civile e quella tributaria le cui disfunzioni costano all’Italia circa il 2 per cento del Pii. Durante la scorsa legislatura è stata fatta la riforma della giustizia tributaria che però ha fatto registrare due storture: Il giudice che non è terzo autonomo e indipendente ma nominato dal Mef e l’inversione dell’onere probatorio. Questa situazione produce una sorta di imbuto nelle commissioni tributarie. Spesso si arriva in Cassazione dove c’è un contenzioso pazzesco e dove il 50 percento delle sentenze tributarie viene ribaltato. Altro problema serio riguarda la giustizia civile lenta che rende incerto il tempo in cui verrà garantito l’eventuale crédite e questo ammazza imprese, economia, occupazione e ricchezza sociale diffusa sul territorio. Le nostre imprese hanno bisogno di velocità per competeré con il resto dell’Europa e attrarre investimenti. Non dobbiamo rassegnarci
al declino di una nazione che non produce più». Secondo Emiliano Fenu (capogruppo del M5s in commissione finanze alla Camera): “La bozza della proposta di riforma denota che si tratta di un mero restyling. Cosa che si stava cercando di fare anche nella scorsa legislatura con il governo Draghi. In Parlamento cercheremo di migliorarla. Tra le novità che proporremo c’è quella della realizzazione di un Testo unico sulla tassazione dell’economia digitale e sulla gestione dei dati dei cittadini. Bisogna partire dalla creazione di un tavolo permanente co-istituito da commercialisti e ingegneri informatici per creare anche una mappatura dei dati disponibili da inserire in un Registro unico. La stessa professione dei commercialisti si deve adattare alle innovazioni tecnologiche anche per fronteggiare la profonda crisi di vocazione che la riguarda».

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