Il paradosso che vede, da un lato, la perseverante disoccupazione in Italia che mortifica in particolar modo i giovani e le donne e, dall’altro, la difficoltà a reperire figure professionali in diversi settori della nostra economia, è stato affrontato nel corso del webinar “Obiettivo lavoro: a cosa è dovuto lo squilibrio tra domanda e offerta? Come conciliare necessità e dignità ? Con il salario minimo?” promosso dalla cassa di previdenza dei ragionieri e degli Esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Filiberto Zaratti (deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, segretario di presidenza della Camera dei Deputati), Andrea Mascaretti (parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio), Patty L’Abbate (deputata del M5s e vicepresidente della Commissione Ambiente alla Camera) e Pino Bicchielli (parlamentare di Noi Moderati in Commissione Difesa alla Camera).
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella (commercialista e revisore legale dell’Odcec Massa Carrara): “Il mercato del lavoro in Italia attraversa un momento di transizione che ha modificato bisogni e creato modelli produttivi e organizzativi nuovi. Sono aumentate le diseguaglianze ed è sempre più difficile reperire competenze. Il 47% delle richieste di profili professionali resta inevaso nonostante la grave carenza occupazionale. Spesso il sistema formativo non è in armonia con le necessità delle imprese. Bisogna far dialogare domanda e offerta di lavoro. Da più parti, poi, è stato posto l’accento sui lavoratori poveri che, nonostante siano occupati, non superano la soglia della povertà relativa con salari insufficienti a garantire una vita dignitosa. Servono strumenti che invertano questa tendenza, a partire dalla previsione di un salario minimo legale”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “C’è qualcosa che non funziona negli ultimi 40 anni di neoliberismo dove si è pensato di competere riducendo il costo del lavoro, precarizzandolo e poi aggravando la spesa pubblica dopo aver creato lavoratori poveri. Secondo l’andamento degli ultimi anni, persone e società si sono dovute adattare alle esigenze delle imprese. Quando al contrario è l’economia che dovrebbe essere al servizio della società . Se si cambiasse il modo di vedere le cose si andrebbe verso una direzione più giusta ed equa. Il tema del salario minimo va visto con competenza. Dove non c’è esiste una elevata copertura dei lavoratori da parte dei contratti collettivi nazionali. Il salario minimo serve a coprire quei lavoratori che sono fuori dai CCNL”.