Se realizzata integralmente, siamo di fronte a una svolta

La legge delega sul fìsco sta per giungere all’attenzione del Consiglio dei ministri con il suo carico di forti aspettative sia da parte della maggioranza di governo che da parte dei professionisti che rappresentano la cosiddetta cinghia di trasmissione tra il legislatore e i destinatari delle norme. Per Luigi Alberto Gusmeroli (presidente della commissione attività produttive a Montecitorio) «è un testo importante, frutto della visione unitaria dell’attuale maggioranza di governo che è riuscita ad unire la tenuta dei conti pubblici, con le esigenze delle persone fisiche, di imprese e professionisti. In questa “delega” ci sono tante semplificazioni, un riequilibrio del rapporto tra Fisco e cittadino attraverso rivalutazione dello Statuto del Contribuente che toma a essere nodale, e poi c’è la riduzione della pressione fiscale. Un Fisco che sarà più amico sia sul piano degli aspetti sanzionatori, facendo differenza tra chi evade e chi non può pagare per difficoltà economiche. Una riduzione delle aliquote da 4 a 3 scaglioni per arrivare entro fine legislatura alla flat tax incrementale per tutti. Infine cambia l’approccio sulFevasione fiscale che si combatte in termini di prevenzione e non più complicando la vita ai cittadini». Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea De Bertoldi (parlamentare di Fratelli d’Italia in commissione Finanze alla Camera): «l’idem sentire della cultura economica sta accelerando il processo delle riforme con un percorso che arriverà al termine grazie a una maggioranza coesa. Questa è la differenza con la vecchia proposta di legge delega. Il vero punto qualificante è la volontà di fare una riforma pratica guidata dalla competenza del Viceministro Leo che ha considerato le preoccupazioni e le esperienze raccolte dal confronto con professionisti ed esperti. Una riforma che da anche risposta al tema deUe casse di previdenza, intervenendo con tassazioni ridotte a chi si occupa del nostro welfare unitamente alle agevolazioni per professionisti e studi associati per garantire un futuro alla categoria». Soddisfatto anche Luigi Pagliuca (presidente della Cnpr): «se fosse realizzata integralmente potremmo essere di fronte a una vera svolta. Non vorrei, però, che ne venisse snaturato lo spirito al momento della discussione in Aula. Per ciò che attiene i suoi contenuti innovativi , trovo importante l’idea della pianificazione biennale per le imprese alle quali si cerca di dare continuità e stabilità, privilegiando il fattore umano. Vediamo come la proposta verrà declinata in concreto. Sono ottimista anche se, per il futuro della nostra professione, dobbiamo saper fare i conti con i progressi tecnologici che non possono essere più ignorati o sottovalutati». Un alert suirimpatto normativo su donne e giovani è stato lanciato da Marcella Caradonna (numero uno dell’Odcec di Milano): «abbiamo una situazione anomala in Italia. Da una parte c’è un eccesso di disoccupazione allarmante e dall’altra registriamo la carenza di posti di lavoro in tutta una serie di settori strategici per il nostro Paese. Dire che questo fenomeno è collegato anche al Reddito di Cittadinanza è superficiale. Dobbiamo far sì che la riforma scale sia da sprone per nuovi investimenti mirati all’assunzione di donne e giovani. A Milano, ad esempio, c’è difficoltà a trovare persone che lavorino all’interno degli studi professionali. Abbiamo avviato un corso di formazione proprio per superare questa criticità in modo specifico».

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