Spei satelles, Papa Francesco nello Spazio con il nanolibro gioiello di tecnologia

ROMA – Partirà il 10 giugno 2023 dalla base spaziale di Vanderberg, in California, un satellite che porterà in orbita il nanolibro di Papa Francesco ‘Perché avete paura? Non avete ancora fede?’, con l’informazione miniaturizzata della pubblicazione seguita alla Statio orbis del 27 marzo 2020, in piena pandemia. Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta, solo sotto la pioggia, parlò a tutta l’umanità, credenti e non credenti, per portare un messaggio di unità e speranza. Un messaggio che ora viaggerà nello Spazio.

LA MISSIONE SPEI SATELLES

Il progetto di alta tecnologia e fede è stato promosso dalla Santa Sede, realizzato dal Cnr con il supporto di Agenzia spaziale italiana (Asi) e la collaborazione del Politecnico di Torino, dell’Istituto di dialogo globale, D-orbit, Apostolato digitale Arcidiocesi di Torino e Istituto salesiano Venezia.

Il nome dato alla missione è ‘Spei satelles’, satellite di speranza. "In latino" si può intendere "come custode", significando così che la missione "convoca l’umanità a riunirsi- riflette Monsignor Lucio Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione. "Questa opportunità di satellite e nanobook di speranza si avvera grazie allo sforzo e alla generosità delle istituzioni che fanno parte del progetto, ma anche delle singole persone coinvolte che hanno voluto partecipare a un sogno, portare la parola di speranza a tutta l’umanità. Mandarlo nello Spazio significa" far sì che "molti, attratti dal suo fascino, entrino nel mistero della speranza".

SPEI SATELLES, IL LAVORO CONGIUNTO DI TECNOLOGIA E FEDE

"Vorrei provare a descrivere l’emozione e il significato profondo per noi di Asi e di chi lavora nel settore spaziale di cosa significa tradurre in un progetto vero questo progetto della Santa Sede- spiega il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia-. Noi che operiamo nello Spazio abbiamo l’abitudine a guardare in alto, ma è anche importante raccontare quanto lo Spazio guardi verso il basso in una posizione privilegiata e abbia cura di noi esseri umani, come ad esempio nel caso dei satelliti di osservazione della Terra. Guardano all’evoluzione della Terra, cercano di prevenire situazioni di disagio e difficoltà, aiutano gli interventi in situazioni di crisi, ma c’è molto di più. Immaginiamo cosa avviene nella Stazione spaziale internazionale (Iss), dove vivono e convivono da 20 anni astronauti che sono rappresentanti di intere comunità internazionali. Nella Iss si continua a lavorare in pace per servire il progresso. Per noi che lavoriamo in questo settore, il connubio tra tecnologia, speranza e pace è qualcosa di naturale, istintivo" prosegue Saccoccia.

SPEI SATELLES PER "PORTARE IN ALTO LA PAROLA DEL SANTO PADRE"

"Io non sono di Roma, il momento del covid l’ho vissuto in forte solitudine- ricorda il presidente di Asi-. Come tutti ho avuto momenti di forte riflessione, intima, in quel periodo mi accompagnava l’idea che c’erano i nostri satelliti che continuavano a fare serenamente il loro lavoro e facevano anche di più, osservavano con questa situazione anomala l’effetto dell’uomo che ha" sul pianeta. I satelliti "hanno visto crollare l’ossido d’azoto, materiale non benefico prodotto dall’attività umana. Queste operazioni di connubio non hanno fatto che rafforzare l’idea che le attività spaziali possano servire a costruire un futuro migliore di speranza per l’umanità di domani. Ci viene chiesto da don Luca Peron e monsignor Ruiz di trovare un modo per portare in alto la parola del Santo Padre e di poter consegnare al cosmo quel momento straordinario. Il Cnr ha allora realizzato un progetto straordinario: l’idea era mostrare come tecnologia e fede possano lavorare insieme. abbiamo deciso di sviluppare" nanobook e satellite "a tempo record e farlo fare innanzitutto ai giovani. Il futuro di speranza è il loro", conclude Saccoccia.

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IL LIBRO IN MINIATURA IN VIAGGIO CON IL CUBESAT

Il nanobook di Papa Francesco è stato realizzato con "tecnologie avanzate di nano pubblicazione di cui disponiamo al Cnr- spiega Andrea Notargiacomo, Primo ricercatore, Istituto di Fotonica e Nanotecnologie CNR, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto-. Prenderei come riferimento un capello: un singolo nano foro sul libro- ce ne sono circa tre milioni- ha le dimensioni di un millesimo del diametro di un capello. La realizzazione del nano libro oltre alla fase di attività di sviluppo tecnologico ha rappresentato anche altro. È stato un viaggio, siamo stati guidati dalla consapevolezza di fare parte di una inizativa unica, con la possibilità di far prte di un viaggio importante. Ci piace pensare al nanobook come a un piccolo passeggero che ha trovato spazio nel satellite della speranza. Speriamo che resti a lungo in orbita per portare speranza universale per tutti", conclude Notargiacomo.

Il nanobook viaggerà su un cubesat realizzato dal Politecnico di Torino "con grande partecipazione ed entusiasmo dei ragazzi, che lavorano giorno e notte alla realizzazione del nano satelite- spiega Sabrina Corpino, Direttrice del laboratorio di Sistemi e Tecnologie per la Ricerca Aerospaziale del Politecnico di Torino- Avevamo già esperienza, avendo lanciato due satelliti di questo tipo nel 2012 e 2016: avevamo un laboratorio adatto per lo sviluppo. Finora è stata una grande avventura. Il cube sat consta di tre unità, di dimensioni 10x10x30 cm di lato. Nonostante la ridotta dimensione, è un satellite a tutti gli effetti, dotato anche di 2 computer di bordo, 2 sistemi di comunicazione indipendenti, sistema di potenza elettrica: è sfida tecnologica anche riuscire ad alimentare tutti questi sistemi di bordo per un satellite semplice. Chiunque con stazione radioamatoriale potrà ricevere segnali del satellite", conclude Corpino.

LA BOARDING PASS PER SPEI SATELLES

L’orbita del satellite è calcolata per far sì che passi in un certo punto a una certa ora, di modo da essere facilmente intercettabile anche da Terra. Non solo. È online anche il sito dedicato speisatelles.org. Disponibile la boarding pass, in cui, come per altre missioni, si potrà avere il proprio nome inciso in un chip che viene inserito nella missione, con una differenza: oltre al proprio nome, anno di nascita, Paese di appartenenza, sarà inserito anche l’impegno morale a fare un’opera di misericordia spirituale o corporale qui sulla Terra.
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