Alunni italiani sopra la media Ue per capacitĂ  di lettura, ma i dati sono in peggioramento

ROMA – In Italia gli alunni della scuola primaria hanno capacità di lettura superiori alla media internazionale, ma con risultati tendenziali in peggioramento. Lo registra l’indagine IEA PIRLS 2021 sulle competenze in lettura degli studenti al quarto anno di scuola primaria (circa 9 anni di età), condotta ogni 5 anni dal 2001. L’indagine internazionale, che ha coinvolto 400mila allievi provenienti da 57 paesi, è stata presentata oggi da Invalsi presso l’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma. In Italia hanno partecipato 222 scuole, 442 insegnanti, coinvolgendo oltre 7.000 allievi e 5.000 genitori. Quello che emerge, in sintesi, è che la scuola primaria italiana è in buona salute, ma quando le competenze crescono, le differenze tendono ad acuirsi. Se le fondamenta sono quindi robuste, le fragilità si iniziano ad evidenziare con i successivi gradi di istruzione.

IN ITALIA 8 STUDENTI SU 10 RAGGIUNGONO IL LIVELLO INTERMEDIO

Nel nostro Paese più di 8 studenti su 10 raggiungono il livello intermedio e si registra la percentuale più alta in assoluto (97%) di studenti che riescono a rispondere almeno ai compiti più semplici di lettura. Tuttavia, nella disaggregazione dei dati per area geografica emergono differenze importanti: nel Sud Isole, infatti, gli studenti che dimostrano di padroneggiare con successo i testi più difficili (4%) sono la metà – o meno della metà – di quelli nelle aree del Nord e del Centro e gli studenti che raggiungono il livello alto sono 1 su 3, contro circa 1 su 2 nelle suddette aree. Accomuna, invece, tutte le aree geografiche la capacità di portare la quasi totalità degli studenti almeno al livello base di comprensione della lettura, con una percentuale mai inferiore al 95% di studenti che sanno svolgere almeno i compiti più semplici di lettura.

In Italia, gli studenti ottengono nel 2021 un risultato medio significativamente inferiore di 11 punti rispetto a quello rilevato 5 anni prima riportando i risultati degli studenti italiani nuovamente in linea con quelli di 20 anni fa (PIRLS 2001) e 10 anni fa (PIRLS 2011). Quindi, le sostanziali differenze dei risultati medi nelle diverse aree geografiche che si sono osservate già 10 anni fa, continuano a essere confermate con andamenti quasi paralleli dei risultati.

SOLO FINLANDIA, POLONIA E SVEZIA HANNO RISULTATI MEDI MIGLIORI

Singapore ha ottenuto il risultato medio più alto in assoluto e superiore a quello di tutti gli altri Paesi (587 punti), seguita da Hong Kong (573) i cui studenti, sebbene abbiano ottenuto risultati medi inferiori rispetto agli studenti di Singapore, hanno ottenuto risultati che si collocano significativamente sopra il risultato di tutti i Paesi successivo. Tra i Paesi europei, solo gli studenti di Finlandia (549), Polonia (549) e Svezia (544) ottengono un risultato medio superiore a quello dei nostri studenti. Ma i nostri studenti al quarto anno di scuola primaria sono anagraficamente più giovani di quasi un anno rispetto all’età media degli studenti di altri Paesi europei che ottengono gli stessi risultati in lettura. Una nota molto positiva è che la mediana internazionale della percentuale di studenti di quarta primaria che hanno raggiunto il benchmark Base è del 94%, il che indica un’alfabetizzazione di base quasi universale in quarta primaria nella maggior parte dei Paesi PIRLS 2021.

LIVELLO AVANZATO: MAI COSÌ POCHI STUDENTI LO HANNO RAGGIUNTO

In Italia la percentuale di studenti che raggiungono il benchmark avanzato ha subito sul lungo periodo una flessione di -3 punti percentuali, e i dati di PIRLS 2021 ci restituiscono la percentuale più bassa sul livello avanzato mai rilevata in 20 anni, come avviene, ad esempio, in Germania e nei Paesi Bassi. L’Italia dimostra, invece, di mantenere nel tempo una sostanziale stabilità delle abilità degli studenti in lettura tanto che oggi i nostri studenti hanno mediamente abilità di comprensione della lettura superiori a quelle degli studenti tedeschi o olandesi.

LA FAMIGLIA DI PROVENIENZA FA LA DIFFERENZA

Ma l’indagine raccoglie informazioni di contesto anche sulla quantità, qualità e contenuto dell’istruzione. Quello che emerge è che un elevato indice socioeconomico e culturale è associato a un migliore rendimento degli studenti in lettura sia in Italia sia nelle singole aree geografiche. Emerge anche che gli studenti maggiormente coinvolti in attività prescolastiche ottengono risultati migliori, così come gli studenti che amano molto leggere.

Gli studenti che frequentano scuole dove c’è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie benestanti hanno in media punteggi di lettura più alti (+ 31 punti) rispetto a quelli che frequentano scuole dove c’è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie economicamente svantaggiate. Nelle cinque aree geografiche si va da nessuna differenza significativa nelle aree del Nord Ovest e del Nord Est, a 24 punti del Centro ai 44 e 46 punti del Sud e Sud Isole rispettivamente.

BAMBINE PIÙ ABILI NELLA LETTURA

I risultati internazionali mostrano un vantaggio nelle abilità di lettura delle bambine rispetto ai bambini nella maggioranza dei Paesi partecipanti, con una differenza media di 16 punti. In Italia, il vantaggio in lettura delle femmine rispetto ai maschi risulta significativo, sebbene la differenza (+ 7 punti) sia tra le più contenute che emergono dal confronto internazionale

EFFETTO PANDEMIA: RISULTATI MEDI INFERIORI

Dei 32 Paesi che dispongono dei dati sia del 2016 che del 2021, 21 Paesi hanno registrato risultati medi di lettura inferiori nel 2021 rispetto al 2016, 8 Paesi non hanno avuto variazioni significative e solo 3 Paesi hanno registrato risultati medi superiori. In Italia, gli studenti ottengono nel 2021 un risultato medio significativamente inferiore di 11 punti rispetto a quello rilevato 5 anni prima riportando i risultati degli studenti italiani nuovamente in linea con quelli di 20 anni fa (PIRLS 2001) e 10 anni fa (PIRLS 2011).PRIME PROVE ONLINE – Le prove dell’indagine PIRLS 2021 sono state sostenute, per la prima volta, tramite computer. Dei 57 Paesi partecipanti, 26 – tra cui l’Italia – sono passati alla modalità digitale come modalità principale di raccolta dei dati. Gli altri 31 Paesi hanno optato per continuare a proporre i fascicoli cartacei.
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