La Cassa di Previdenza ed Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali (parte sesta)

Gli approfondimenti sulla previdenza di PAOLO LONGONI.

Le cause della riduzione prospettica del numero degli iscritti e il peggioramento del rapporto fra iscritti attivi e pensionati è stato oggetto di illustrazione negli interventi precedenti.

Negli anni dal 2000 al 2012 quest’ultimo rapporto ha evidenziato un peggioramento importante: da 9,13 iscritti per ogni pensionato dell’anno 2000, si è passati a 3,29 nell’anno 2012.

La mancanza di nuovi afflussi di professionisti ed il contemporaneo aumento dell’età anagrafica media degli iscritti, proiettati nel documento attuariale, hanno messo in evidenza una gestione praticamente a “fondo chiuso”; ciò nonostante, il patrimonio della Cassa risultava sufficiente a garantire le prestazioni agli iscritti: ma l’ente era destinato ad estinguersi al completamento della liquidazione del patrimonio.

La circostanza ha indotto i Ministeri ad adottare una attenta e persistente vigilanza sull’associazione, diretta a controllare la persistenza del requisito di continuità e degli equilibri prospettici.

L’intervento della Legge 201/2011 (la c.d. “Riforma Fornero”) ha ulteriormente accelerato il processo di attenzione sulla Cassa: la Legge, entrata in vigore dall’1.1.2012, prescriveva l’accertamento degli equilibri e della permanenza degli indici di garanzia non più soltanto a trenta anni, ma anche nel termine più lungo di cinquanta anni.

La considerazione che può essere fatta sulla questione riguarda la presunzione di legge sulla durata perpetua di una gestione previdenziale: la normativa esclude che un fondo possa essere destinato ad estinguersi, pur con il soddisfacimento integrale del suo intero debito latente per prestazioni; si richiede che sia in grado di operare in perpetuo, anche oltre l’assolvimento del debito.

E questa previsione di legge non risultava compatibile con le previsioni attuariali della Cassa Ragionieri.

Il Comitato dei Delegati ha dovuto procedere – sotto la velata “minaccia”  di una gestione commissariale a cura del Ministero – ad una dura riforma delle prestazioni previdenziali: con la Delibera adottata il 9 settembre 2013 si è proceduto a ridurre le prestazioni, introducendo coefficienti di riequilibrio delle quote retributive, e ad aumentare le aliquote di contribuzione degli iscritti; il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in data 6 novembre 2013 ha approvato la delibera in questione.

Restava, però, il problema dei flussi di iscritti, sostanzialmente fermi; e del numero degli iscritti, in calo evidente.

La riforma dell’ordinamento della professione, con la unificazione degli albi di Ragionieri e Dottori Commercialisti, non ha portato alcun giovamento alle iscrizioni, perpetuando il calo di appetibilità di accesso alla professione di ragioniere da parte delle nuove generazioni.

Al 31.12.2013 gli iscritti alla Cassa erano 29.587; al 31.12.2000 il numero era di 31.080. Il trend discendente era evidente e critico.

(6 – continua)

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