Più controlli e sanzioni severe

Le misure di contrasto al drammatico fenomeno delle morti sui luoghi di lavoro e gli effetti dell’autonomia differenziata sulla sanità pubblica, stanno tenendo banco nel dibattito politico parlamentare. Francesco Zaffini (FdI), presidente della Commissione affari sociali, sanità, lavoro e previdenza a Palazzo Madama, è il protagonista del Cnpr Forum speciale, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

Nei giorni scorsi il governo è stato criticato dai sindacati sul tema delle morti sul lavoro…

Quello delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro è un annoso problema per il nostro Paese. Da troppi anni registriamo un numero di incidenti superiori alla media europea e su questo dato dobbiamo fare un po’ tutti il mea culpa, sindacati compresi. Non serve lo scaricabarile o fare a gara a chi alza di più la voce con il governo di turno. Per onestà nei confronti delle famiglie di chi ha perso la vita sul lavoro, servono serietà e rigore. Invito tutti a un approccio costruttivo, per trovare soluzioni praticabili nell’immediato in un’ottica di sana e corretta collaborazione. Bene ha fatto la premier Meloni ad annunciare controlli più stringenti e pene più severe in questo campo.

Il sistema sanitario italiano, all’avanguardia in diversi settori, dopo la pandemia è in affanno. Quali soluzioni per ridurre i tempi delle liste d’attesa?

In Commissione Affari sociali stiamo lavorando al provvedimento proposto dal governo, che arriverà in Parlamento nei prossimi giorni, che prevede sia soluzioni di pronto intervento che di prospettiva. Ci sono una serie di misure nuove come la possibilità del singolo cittadino di denunciare i disservizi direttamente al ministero competente. Il dicastero accresce così la possibilità di controllo sulle attività delle regioni. Non si tratta di una invasione di campo bensì della possibilità che i tecnici ministeriali possano indagare qual è il modo di spendere, da parte degli enti regionali, le risorse destinate ad accorciare i tempi delle prestazioni destinate ai cittadini. E’ incomprensibile l’atteggiamento di alcuni ‘governatori’ che si rizelano per questi provvedimenti, come se si sentissero violate in una loro prerogativa esclusiva. Non trovo coerente da un lato denunciare le lunghe liste d’attesa e, dall’altro, ostacolare le soluzioni concrete proposte dal governo.

Quale ruolo per la sanità integrativa?

Abbiamo 138 miliardi di fondo sanitario nazionale che nel 2027 arriverà a 147 mld, una cifra gigantesca che è la seconda voce di spesa del bilancio dello Stato dopo quella delle pensioni. Poi, ci sono 45 miliardi di euro che gli italiani pagano di tasca propria per ottenere prestazioni sanitarie. Quindi i cittadini pagano due volte la sanità: con le tasse e con la sanità privata. Quei 45 mld, mentre in Europa sono intermediati da un sistema di regole fatto di polizze sanitarie e mutue, in Italia sono lasciati al libero mercato per il 95%. Un cittadino fragile, ammalato, viene lasciato solo di fronte a un’emergenza sanitaria, pronto a qualunque sacrificio. E’ un fatto incivile. Stiamo lavorando per una riforma del secondo pilastro che lo renda molto simile al primo, per una sanità integrativa accessibile a tutti.

Ci sono proposte sul recupero di risorse per la sanità e la sicurezza sul lavoro?

Di fronte ai drammi quotidiani delle morti bianche dobbiamo trovare soluzioni immediate superando problemi economici, tecnici e anche culturali. La sensibilità è massima come evidenziato dai continui richiami del Presidente della Repubblica. Per i finanziamenti della sanità lo Stato fa il massimo dello sforzo. Abbiamo impegnato la somma più grande mai destinata dai governi a questo settore. Fuori dal patto di stabilità è difficile muoversi per trovare altre risorse. Sto approfondendo l’idea di tassare il gioco on line, quello sommerso e non regolamentato, che sfugge a ogni controllo, attingendo da lì le risorse a beneficio della sanità. Anche perché la patologia della ludopatia si ripercuote comunque sul sistema sanitario nazionale. Ritengo giusto che una percentuale delle giocate on line venga destinata alla sanità.

Può essere utile il ruolo dei professionisti che assistono aziende pubbliche e private?

Per la sanità pubblica una migliore gestione della spesa e un controllo del rischio è un punto d’obbligo. Qui i professionisti, commercialisti ed esperti contabili in particolare, devono continuare a offrire il loro prezioso contributo per razionalizzare la spesa. Per le aziende private ci sono una serie di strumenti che attengono al welfare aziendale che la governance amministrativa può meglio strutturare per le prestazioni sanitarie rivolte ai dipendenti. Favorire questi processi è fondamentale e chi meglio dei consulenti può farlo.

Dalla Caritas e dall’Istat arrivano dati allarmanti. Quale può essere la strada da percorrere per arginare una vera e propria emergenza sociale?

La povertà non si allevia con il Reddito di ‘divananza’, che addirittura la voleva “abolire. In realtà il reddito è stato solo uno schiaffo a chi necessitava realmente di quell’aiuto di cui hanno invece beneficiato anche furbetti e delinquenti. Questo Esecutivo ha sostituito quella misura con l ’Assegno di inclusione (Adi) che è invece una misura vera di contrasto alla povertà, alla fragilità delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro. L’Adi è un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale e si compone di due parti: un’integrazione del reddito familiare fino a una soglia e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato. Detto questo, la povertà si può diffusamente alleviare solo con il lavoro che, quando è stabile, restituisce dignità e la prospettiva di un futuro. I dati su questo versante ci danno fortemente ragione perché l’economia italiana sta crescendo più di altre nazioni europee, e la nostra inflazione e la più bassa. I dati macroeconomici nazionali sono positivi e l’andamento di alcuni indicatori, dalla crescita dell’occupazione all’aumento degli investimenti, rappresentano importanti segnali di fiducia nel futuro della nostra economia. Ma proprio per promuovere il lavoro stabile il governo ha già messo in campo nuove misure con un pacchetto di sostegno di 2 miliardi e 800 milioni, per aiutare le aziende che assumono a tempo indeterminato, con 650 euro al mese per 24 mesi come sconto sui contributi, quindi riduzione del costo del lavoro, accanto ad altre iniziative che promuovono, invece, imprese giovanili e il lavoro professionale.

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