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Superare il modello del commercialista e dell’esperto contabile “tuttofare” e impegnarsi in un cambiamento profondo – culturale e anche di atteggiamento – per assumere e affermare il ruolo di professionisti specializzati a sostegno delle imprese nelle partite strategiche: della finanza agevolata alle scelte di governance. E’ l’obiettivo dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili indicato con forza nel corso di “Cambia-menti”, il XVIII Forum nazionale dell’Unione, che si è svolto a Roma con Fondazione Centro Studi UNGDCEC e IUYA e la partecipazione di Giovani Imprenditori Confindustria e ANCE Giovani.
“E’da anni che abbiamo bisogno di cambiare – afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale giovani commercialisti ed esperti contabili – Ne abbiamo consapevolezza, ma è mancata fino ad oggi l’azione. Dobbiamo quindi avviare questo cambiamento confrontandoci con le imprese e le istituzioni per affermare un ruolo sempre più strategico del commercialista. Dobbiamo abbandonare lo stereotipo del commercialista tuttofare e mostrarci invece sempre più competitivi. E anche preparati ad affrontare le sfide della nuove competenze sempre più richieste dal mercato”.
Dal forum, in sostanza, viene lanciata una vera e propria sfida: i giovani professionisti hanno infatti voluto ribadire, già anche nel titolo come nelle parole chiave ripetute nel corso dei lavori, la necessità di porsi alla guida delle trasformazioni che impattano sulle loro attività.
“La parola fondamentale è ‘futuro’, perché il cambiamento deve portarci al futuro – dice Stefano Distilli, presidente della Cassa dei commercialisti – La seconda è ‘menti’ perché per cambiare bisogna avere un nuovo approccio e cambiare modo di pensare. La terza parola chiave è ‘adattamento’, indispensabile in questa epoca di evoluzioni sempre più rapide e radicali. Va detto che la nostra professione lo ha sempre saputo fare e anche in questa fase saprà trovare le strade giuste per affrontare il cambiamento”.
Secondo un recente sondaggio circa 700 commercialisti su 900 intervistati pur avendo competenze e forte motivazione svolgono prevalentemente consulenza fiscale di base. A fronte dell’avanzare dell’Intelligenza Artificiale e delle altre tecnologie questo fenomeno mette a rischio la stessa professione: per questo – come ha ribadito anche Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri commercialisti e degli esperti contabili – è indispensabile superare quanto prima la figura del commercialista tradizionale.
“Con l’affermarsi nel nostro settore dell’Intelligenza Artificiale, che l’Agenzia delle Entrate ha mostrato già di recepire – ha sottolineato Luigi Pagliuca, presidente Cnpr – o ci adattiamo, cioè cambiamo, o rischiamo di subire le crisi. Quindi è un cambiamento necessario. La capacità nostra è di non subirlo, ma di cavalcarlo; anziché subirne le conseguenze, trarne tutti i possibili vantaggi”.