Il fisco dichiara guerra ai forfettari: in arrivo controlli per verificare la corretta applicazione del regime e al via anche accessi brevi finalizzati al riscontro della corretta compilazione del quadro RS.
Da un lato quindi saranno passati al setaccio i requisiti che permettono l’accesso e la permanenza nel regime agevolato, primo tra tutti il rispetto della soglia massima di ricavi e compensi di 85000, dall’altro lato invece la verifica si svolgerà “in loco” e riguarderà la corretta compilazione dei dichiarativi con l’eventuale irrogazione di sanzioni amministrative in caso di esiti negativi.
Queste sono le informazioni rilevabili nel piano controlli 2024, documento dell’agenzia delle entrate ed attuativo delle linee guida del ministero dell’economia che ItaliaOggi ha anticipato lo scorso 7 settembre, nello specifico sulle verifiche da effettuare nei confronti dei soggetti che utilizzano il regime forfettario.
I controlli sui requisiti Nel documento l’amministrazione finanziaria dichiara di volere effettuare una “una costante e meticolosa attività di controllo nei confronti dei soggetti forfetari per verificare la corretta applicazione del regime, anche in considerazione delle modifiche normative susseguitesi nel corso degli anni con riferimento ai requisiti di accesso e alle condizioni di permanenza”.
Potenzialmente oggetto di controllo non solo la soglia di accesso e permanenza nel regime, fissata attualmente ad 85mila euro di ricavi e compensi, ma anche tutti gli altri requisiti come il limite di 20mila euro in spese per dipendenti e collaboratori e l’eventuale presenza di redditi da lavoro o pensione over 30mila euro. Oggetto di controllo possono anche essere eventuali “forzate” trasformazioni di rapporti da lavoro dipendente in autonomo, il possesso di partecipazioni in soggetti trasparenti o in società in cui il soggetto ha il controllo (diretto/indiretto) con fatturazioni incrociate o la corretta fruizione del quinquennio con aliquota agevolata del 5%.
È opportuno ricordare che ai sensi dell’articolo 1 comma 74 della legge 190/2014, in caso di infedele indicazione, da parte dei contribuenti, dei dati attestanti i requisiti e le condizioni di accesso/permanenza nel regime vi è un incremento delle sanzioni minime del 10%.
Una campagna di accessi brevi per la verifica del quadro Rs.
A partire dal 19 settembre 2023, il giorno di pubblicazione del provvedimento n. 25550/2023 l’agenzia delle entrate ha iniziato una campagna di invio di lettere di compliance con la segnalazione ad alcuni contribuenti forfettari della mancanza nella dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2021 (modello redditi pf 2022) degli elementi informativi obbligatori previsti nel quadro RS (righi da 375 a 381).
La Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2023, documento pubblicato lo scorso 27 giugno, ha reso noto che solo il 4,4% delle oltre 505 mila comunicazioni inviate dall’agenzia delle entrate ha poi indotto i forfettari a presentare una integrativa per inserire gli elementi informativi previsti nel citato quadro.
Dato lo scarso effetto della compliance l’agenzia delle entrate ha deciso di passare al contrattacco prevedendo una “una campagna di accessi brevi finalizzata al riscontro della corretta compilazione del prospetto degli elementi contabili prevista nel quadro RS della dichiarazione Redditi Persone Fisiche”.
Data la volontà dell’amministrazione dubbi però sorgono sul rapporto costi/benefici della campagna visto che in caso di mancata o errata compilazione del quadro Rs è irrogabile una sanzione amministrativa di importo contenuto rispetto al potenziale costo per la collettività di un controllo a tappeto dei 505mila forfettari sospetti.