Ripartire dal taglio dei tassi

L’impatto delle politiche economiche della Bce sull’economia di casa nostra è il tema affrontato nel corso del Cnpr forum “Taglio dei tassi e politiche di sostegno: l’impatto su mutui e imprese”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti il senatore Mario Turco, vicepresidente nazionale del M5s, Alessandro Colucci (Noi Moderati), segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, Marco Grimaldi, parlamentare di AVS in Commissione Bilancio a Montecitorio e Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia in Commissione Politiche dell’Unione Europea.

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Elisabetta Polentini (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Roma): “Emerge sempre più la necessità di far ripartire l’economia attraverso politiche di sostegno a imprese e famiglie. Assistiamo con favore ai primi provvedimenti adottati dalla Bce, che inizia a ridurre i tassi, ma occorre promuovere in maniera determinata la produzione facendo attenzione a salvaguardare la precaria economia delle famiglie italiane. Come professionisti siamo pronti a fare la nostra parte, in quanto trait d’union tra governo del Paese, cittadini e imprese”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “Ho sentito parlare di tassi di interesse, vantaggi per i cittadini e per le imprese, ma anche di banche. A dire il vero i profitti degli istituti di credito sono triplicati. E allora, se il rialzo dei tassi di interesse serve a comprimere gli effetti dell’inflazione, anzi a far sì che l’inflazione non cresca, è altrettanto vero che non deve e non può servire per moltiplicare per tre, o addirittura per cinque in alcuni casi, i profitti delle banche che hanno alzato i tassi nei confronti della clientela, ricavando margini sempre più elevati nella forbice dei tassi di interesse. Le politiche di stabilità, in realtà, hanno dimenticato lo sviluppo. E mi sembra che sia venuto il momento di adottare politiche espansive in maniera diretta, perché il risultato di più di vent’anni di politiche di stabilità non si è rivelato altro che inflazione bassa. Sviluppo zero per la nostra vecchia e povera Europa che non si è rivelata in grado di competere sotto l’aspetto della crescita con il resto del mondo. Quindi, occorrerebbe una svolta verso l’espansione dell’economia che non badi soltanto al rigore dei conti”.

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